Negli anni ho sentito spesso dire che avere un figlio ti cambia.
La scala delle priorità si riorganizza repentinamente, le novità sconvolgono la routine a cui ci si era abituati e la responsabilità di accudire una nuova vita entra con prepotenza nella testa di un neogenitore.
E se tutto va bene a fine anno anch'io diventerò papà...
Devo ancora capire bene che effetto mi farà questo cambiamento, ma la possibilità che ciò modifichi anche il mio approccio alla montagna e la gestione dei suoi rischi non é per nulla da escludere.
Ecco allora che decido di togliermi un ultimo pallino o meglio di concludere un percorso che ho intrapreso ormai 7 anni fa, quello di entrare a far parte del 'Club4000' di Torino.
Questo acronimo non dirà molto ai profani delle alte quote, ma per chi é avvezzo ad inerpicarsi sulle vette più elevate della Valle d'Aosta il nome di questo club suonerà sicuramente famigliare.
Per farla breve il Club 4000 è un Gruppo della sezione CAI di Torino che accoglie gli alpinisti che hanno raggiunto la cima di almeno 30 degli 82 4000 delle Alpi.
La mia 'collezione' di 4000 é iniziata nel settembre 2017 quando Loris e Luca hanno portato me e Andre sulla cima del Breithorn Occidentale, il classico 4000 che si sale per primo data la sua facilità nell'avvicinamento e lo scarso dislivello necessario per conquistarne la cima.
Da quel giorno l'attrazione dell'alta quota si é fatta strada dentro di me spingendomi a tornare negli anni successivi in Valle d'Aosta e in Svizzera alla ricerca dell'aria sottile e portandomi a salire i 27 4000 che ho attualmente all'attivo.
Dopo 7 anni rieccomi a Cervinia dove per così dire 'tutto é iniziato' ed eccomi di nuovo legato in cordata con Andrea, primo compagno di cordata con il quale negli anni ho condiviso innumerevoli salite.
Sfruttando una finestra di beltempo di questo fine Agosto decidiamo dunque di tornare sul massiccio del Monterosa per 'macinare' un po' di cime nuove.
L'obiettivo é quello di salire il Polluce il primo giorno, domire la sera in quota e ripartire l'indomani per effettuare la cosiddetta traversata dei Breithorn: una percorso di cresta che permette di concatenare ben 5 cime oltre i 4000 metri.
Quando racconto questa mia idea di itinerario al 'Doc' lui non si tira indietro e allora pronti via, la mattina del 20 Agosto parcheggiamo la macchina a Cervinia e prendiamo gli impianti che ci porteranno fino a Testa Grigia sul Plateau Rosà.
La giornata é meravigliosa come dicevano le previsioni, io e Andre mettiamo ramponi e occhiali da sole e cominciamo a risalire con calma le piste da sci fino al colletto dei Breithorn, prima tappa di giornata.
Da qui il panorama si apre sul pianeggiante ghiacciaio di Verra contornato a sinistra dalla catena dei Breithorn al completo. Più in là la vista cade sui due gemelli, Polluce e Castore (salito qualche mese fa con gli sci dalla sua parete ovest) e più lontano ancora si vedono i due Lyskamm con le loro affilate creste.
I rifugi del Monterosa sono pieni di prenotazioni in questo periodo dell'anno e anche il 'Guide d'Ayas' a cui intendevamo appoggiarci non é stato da meno, ecco quindi che abbiamo deciso di modificare il nostro piano pernottando al Bivacco Rossi Volante, autentico nido d'acquila posizionato alle pendici del Roccia Nera.
Per raggiungerlo percorriamo il ghiacciaio di Verra abbandonando la traccia che sale al Breithorn Occidenale per seguire il percorso che porta al Roccia Nera.
In pratica passiamo alle pendici della cresta che domani dovremo percorrere.
Durante il tragitto il nostro sguardo é attirato dalla bella roccia rossastra che caratterizza il tratto di cresta del Breithorn Centrale. Quando domani ci troveremo su quei pinnacoli, significherà che la parte più complicata della traversata sarà ormai alle nostre spalle.
Ormai é già un paio d'ore che siamo in viaggio mantenendo una camminata tranquilla ma costante ed ecco che la seconda tappa comincia ad avvicinarsi.
Alle 10:45, dopo esser scesi di una decina di metri sulle rocce a lato dello sperone roccioso, raggiungiamo finalmente il Bivacco Rossi Volante.
Questo ricovero d'alta quota é piccolo ma accogliente.
Al suo interno c'é spazio per ospitare 12 persone e per fortuna siamo i primi alpinisti di oggi ad arrivare.
Scegliamo due materassi nella parte bassa dove lasciamo appoggiati i nostri sacchi a pelo e altri meteriali inutili da portare oltre come fornelletto e il cibo.
Come ho imparato l'anno scorso durante la traversata dei Lyskamm il fatto di 'prendere il posto' lasciando dei propri averi non é una garanzia di successo e quando torneremo qualche buontempone potrebbe averci bellamente accantonato i sacchi a pelo per impadronirsi del nostro giaciglio.
Pazienza, la giornata é bella e bisogna sfruttarla al meglio anche a rischio di perdere il posto.
Come da programma alle 11e15 cominciamo a scendere le ripide rocce che dal bivacco conducono sul ghiacciaio sottostante, l'obiettivo é quello di salire il Polluce che si trova proprio di fronte a noi.
La traccia é ben battuta e in mezz'oretta raggiungiamo le pendici della montagna nei pressi della sua rocciosa cresta Sud-Ovest.
Togliamo i ramponi e continuiamo il nostro percorso risalendo rampe di sfasciumi e saltini di roccia con qualche passo di divertente arrampicata.
Alla mezza arriviamo al passo chiave della salita ovvero una zona di placche inclinate seguita da un camino, il tutto facilitato da alcune catene che permettono di procedere in sicurezza.
Da qui il panorama sulle altre cime del Monterosa é notevole.
Davanti a noi ci sono il Castore, i Lyskamm, la Vincent e in fondo il trio Zumstein, Dufour e Nordend.
Tornati alla Madonnina togliamo i ramponi e attrezziamo una doppia di 30 metri per scendere in sicurezza il tratto con le catene.
Una volta scesa la cresta e riguadagnato il ghiacciaio si calzano nuovamente i ramponi per percorrere il tratto verso il Bivacco.
Quando arriviamo al bivacco troviamo la struttura piena zeppa di gente, per fortuna i nostri posti sono stati preservati e quindi stanotte dormiremo al caldo per fortuna :D
Il pomeriggio lo trascorriamo dormicchiando un po' e sciogliendo neve col fornelletto per rifornire le nostre scorte di acqua.
Stasera é passato anche Kilian Jornet vicino al Bivacco e lo abbiamo perso per un soffio perché stavamo dormendo.
Avvertiti da degli altri alpinisti siamo saliti sulle placconate rocciose soprastanti e lo abbiamo visto poco lontano mentre cominciava la salita al Roccia Nera alle 18:45!
Scopriremo più tardi dai social che in serata avrebbe fatto tutta la traversata dei Breithorn per poi raggiungere il rifugio dell'Hornli in nottata e ripartire poche ore dopo per salire Cervino, Dent d'Herens e Dent Blanche il giorno dopo. Semplicemente impressionante...
Per quanto riguarda me e il Doc siamo rimasti a sciogliere acqua e a cucinare raviolini e risotti fino alle 20:30 per poi provare a dormire qualche ora all'interno del nostro giaciglio. Ore che come al solito non riesco a dormire a questa quota.
E quando non riesci a dormire cominci a rigirarti nel sacco a pelo sperando che la sveglia suoni il prima possibile per finire l'agonia e poter finalmente partire verso la prossima avventura.
Alle 4 di mattina il mio desiderio viene finalmente esaudito.
Riscaldiamo il té che già abbiamo preparato ieri sera ed estraggo con orgoglio il contenitore dei biscotti che condivido con Andre e un paio di altri ragazzi che stanno mangiando insieme a noi.
Alle 5 usciamo dal bivacco e risaliamo non senza un po' di fatica le rocce che ci riportano sul ghiacciaio superiore di Verra.
Il doc butta uno sguardo sulla via che sale al Roccia Nera dove una cordata da tre partita mezz'ora prima é già alle prese con la parte alta del percorso.
E' tempo anche per noi di partire e visto il buon orario di partenza la nostra idea é quella di non correre e di goderci la traversata che oggi abbiamo tutto il tempo del mondo.
Della salita al Roccia Nera non ho molte foto, un po' per il buio pesto che ci ha seguito fino in cresta e un po' per il ghiaccio che ci ha accompagnato costantemente durante la salita a volte coperto da un sottile strato di neve a volte sotto forma di ghiaccio vivo.
Ad ogni modo alle 5:50 raggiungiamo il colletto tra Gemello di Breithorn e Roccia Nera dove i primi bagliori cominciano a meglio delineare il paesaggio circostante.
La cordata con cui abbiamo fatto colazione va spedita e sta già scendendo dal Roccia Nera, noi invece cominciamo l'ultimo pezzo di salita verso la cima.
Il percorso per fortuna é breve e alle 6 di mattina eccoci in cima al Roccia Nera (4075 m), nostro primo 4000 di giornata.
Il sole sta per far capolino tra Stralhorn e Nordend e i colori cominciano ad essere magici!
E' il momento del selfie di vetta.
C'é poca luce ma in mezzo a noi, da sinistra a destra, si distinguono bene tre dei 4000 della Corona Imperiale: Dent Blanche, Zinalrothorn e Weisshorn.
Di comune accordo decidiamo di non perdere troppo tempo su questa prima cima perché la traversata che ci aspetta é ancora lunga.
Una decina di minuti più tardi torniamo al colletto e cominciamo a risalire il filo di cresta che porta al Gemello di Breithorn.
Le condizioni della traversata purtroppo non sono delle migliori. Il ghiaccio affiora vistosamente in questi tratti di cresta e impone la massima attenzione ad ogni passo.
Io e il Doc tiriamo un sospiro di sollievo quando arriviamo al tratto di roccia che conduce alla vetta. Qui decidiamo di togliere i ramponi per superare più facilmente le ultime balze della cresta.
Il primo tratto si rivela il più impegnativo e perdiamo un po' di tempo ad analizzare il salto di roccia sotto il quale siamo finiti. Alla fine scegliamo di passare tutto a destra praticamente sul filo di cresta superando il passaggio più agevolmente ma in massima esposizione sulla vertiginosa parete nord.
Recupero il Doc e pochi minuti dopo raggiungiamo la vetta del Gemello di Breithorn (4106 m).
Sono le 6:50 e lo spettacolo di luce,ghiaccio e roccia che mi si para davanti agli occhi é incantevole.
Per me é anche un momento importante perché la mia collezione di 4000 sfonda finalmente la quota delle 30 vette conquistate il che significa anche poter diventare un membro del Club4000 di Torino.
Ora infatti comincia la prima sezione di calate che ci permetterà di scendere dal Gemello di Breithorn e continuare la cresta verso il Breithorn Orientale.
Queste doppie richiedono un po' di tempo specialmente per noi che non siamo dei fenomeni con le manovre di corda.
In particolare la seconda doppia ci ha fatti scendere direttamente sul nevaio sotto al Gemello che abbiamo trovato in ghiaccio vivo obbligandomi ad improvvisare una sosta con viti da ghiaccio alla quale poterci assicurare.
Alle 8 possiamo riprendere la nostra traversata risalendo la cresta ghiacciata che porta al Breithorn Orientale.
In breve si guadagnano le rocce della parte finale dove decidiamo di tenere i ramponi che meglio aiutano i piedi a far presa sulle piccole tacche della roccia.
Ora ci aspetta la seconda (e ultima) serie di doppie che ci aiuterà a scendere sulla cresta nevosa sottostante.
Dopo cinque inuti di cammino lungo le rocce rotte della cresta troviamo la prima sosta che permette una calata di una quindicina di metri.
Lì il doc trova una seconda sosta che con una calata di 30 metri ci posa nella parte bassa di un canale di roccette .
Seguendo brevemente questo canale in discesa si trova una corda che aiuta a percorrere gli ultimi metri fino a riportare i piedi sulla neve e prosegue ancora fin dove finiscono le rocce.
Da qua si trorna su neve percorrendo il filo di cresta sempre leggermente a sinistra per evitare le cornici della parete nord.
Un ultimo saltino roccioso lungo la cresta ci obbliga ad una discesa faccia a monte lungo un tratto ghiacciato di una ventina di metri (usate 4 viti da ghiaccio per proteggere), ma poi la neve torna continua e il percorso scorrevole fino ad incontrare verso le 9:30 le prime rocce del Breithorn Centrale.
Da qui comincia una bella cresta su ottima roccia a tratti rossastra che percorriamo dietro a un paio di corsate cliente-guida procedendo lentamente, ma godendoci il bell'ambiente.
Il primo torrione si evita seguendo un cengia e un canale di roccia sul versante sud.
Il percorso é completamente sgombro da neve il che rende questo pezzo di traversata scorrevole.
In breve si guadagna quindi il colletto tra primo e secondo risalto della cresta.
Un tratto di arrampicata più verticale ci fa poi prendere quota.
FIno ad arrivare in vista del secondo torrione che raggiungiamo seguendo dapprima una bella spaccatura obliqua da sinistra verso destra e poi qualche semplice saltino roccioso.
Sono le 10:30 e per terminare la cresta rocciosa ci rimane ancora da superare un terzo torrione più evidente degli altri due.
Per raggiungerne la base percorriamo un tratto di cresta leggermente in discesa che ci porta per qualche metro a passare sul lato nord della cresta.
Qui dobbiamo fare i conti con qualche decina di metri di neve dura da percorrere con cautela se non si vogliono calzare i ramponi.
Una volta raggiunta la base e cominciato a salire il torrione vero e proprio, la scalata torna divertente e offre anche qualche passaggio un po' più atletico nella parte alta.
L'ambiente é sempre grandioso e offre un'ottima visuale sulle vette del Monterosa e in particolare sulla cresta che abbiamo percorso.
Giusto negli ultimi 50 metri di cresta si é formata un po' di congestione in prossimità di un passaggio 'di forza' in cui risalire un gendarme.
Mentre aspettiamo che le due cordate davanti a noi superino il passaggio ci raggiunge una terza cordata cliente-guida capeggiata niente meno che dal papà di François Cazzanelli, un alpinista molto forte che seguiamo e che é venuto anche a Cuneo a fare una conferenza l'anno scorso.
La guida, come spesso accade, ci chiede se può passare e nel farlo ci mostra un modo più semplice per superare il passaggio roccioso seguendo una linea a sinistra più tecnica ed esposta, ma meno dura fisicamente di quella che seguono le altre cordate.
Appena arriva il nostro turno seguo fedelmente le orme di Cazzanelli Senior e in breve superiamo anche noi quest'ultima difficoltà raggiungendo poco dopo il nevaio terminale del Breithorn Centrale.
Ci prendiamo una decina di minuti per mangiucchiare qualcosa e rimettere i ramponi ai piedi.
Guardiamo dietro di noi per ripercorrere con lo sguardo la traversata fin qui compiuta.
é impressionante pensare che ieri sera Kilian Jornet abbia fatto lo stesso percorso praticamente al buio e in solitaria...
Scendere al colletto successivo e risalire sul Breithorn Occidentale rappresenta l'ultima formalità della traversata.
Questo tratto é sempre esteticamente appagante.
Ora ci aspetta una magnifica discesa con vista per tornare sulle piste del 'Piccolo Cervino' mentre il vero Cervino ci osserva poco distante.
La neve, nonostante la giornata on freddissima, non ha ancora mollato troppo e anche la parte del percorso sul Ghiacciaio di Verra non risulta troppo difficoltosa.
Nelle giornate di agosto in questo tratto di ghiacciaio si arriva spesso a sprofondare anche di 30/40cm quando il caldo porta lo zero termico oltre i 4000 metri.
Una volta guadagnate le piste da sci ci sleghiamo e cominciamo a scendere con il pilota automatico verso il rifugio delle Guide del Cervino.
Alle 13:30 la nostra gita é ufficialmente finita e ci sediamo sulla terrazza del rifugio a reintegrare un po' dei carboidrati che abbiamo consumato stamattina.
Mentre scendiamo a Cervinia con gli impianti comincia a salire la soddisfazione della gita appena portata a termine con Andre.
Quella che sulla carta dovrebbe essere una traversata relativamente semplice, nelle condizioni odierne si é rivelata per noi una sfida ingaggiosa mettendoci alla prova su tratti di misto e ghiaccio che non sono mai stati il nostro pane quotidiano.
Il doc ha recuperato alla grande l'astinenza di 4000 che lo ha colpito in questi ultimi due anni e tra ieri e oggi ne ha portati a casa ben sei rivelandosi ancora una volta un compagno di cordata lucido e affidabile.
Ora si torna a casa e come ho detto anche a Giulia per messaggio 'dopo questa gita sono finalmente pronto per un po' di mare!'.