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E' fine Giugno e ho finalmente un weekend libero.
Il problema però é che questa volta sono i miei amici a non esserci, ognuno per un motivo diverso ed é veramente un peccato perché questo fine settimana é previsto un meteo pazzesco!
Sono a casa che rimugino sul da farsi quando mi viene in mente un'amicizia nata l'anno scorso in Svizzera e poi continuata di tanto in tanto scrivendoci sui social: Marco!

 

Marco é un ragazzo veneto molto simpatico e alla mano che abbiamo conosciuto in svizzera l'anno scorso salendo al Bishhorn.
Faccio un tentativo, provo a chiedergli! Lo contatto e ci confrontiamo un po' sugli obiettivi che ancora ci restano da fare e troviamo un punto di incontro molto interessante: la traversata dei Lyskamm che manca ancora ad entrambi!
E' fatta. Due giorni dopo ci troviamo alle 7 alla biglietteria di Stafal e saliamo a punta Indren con uno dei primi giri di impianti.

 

Da subito metto le mani avanti con Marco: dovremo salire con tranquillità perché non sono al suo livello di allenamento in quota.
Lui infatti da un paio di anni sta lavorando nel cantiere svizzero sul piccolo Cervino (a 3850 metri circa di quota) dove a breve verrà inaugurata una teleferica di collegamento tra il versante italiano di Cervinia e quello svizzero di Zermatt.
Inutile dire che stare molte ore al giorno lavorando a quella quota, in aggiunta alla sua sete di 4000 che praticamente ogni weekend lo porta su una cima diversa, lo rende una 'macchina alpinistica' notevole.

 

Marco mi assicura che non ha voglia di correre questo weekend e quindi alle 8:45 con passo tranquillo cominciamo a salire la parte bassa del ghiacciaio di Indren accodandoci alla massa degli altri alpinisti quasi tutti diretti a Capanna Margherita.

 

Alle 9:15 arrviamo nei pressi del rifugio Mantova e mettiamo i ramponi per percorrere il ghiacciaio che da questo punto in poi é continuo.

 

Continuiamo a salire a ritmo tranquillo superando la Capanna Gnifetti e le successive rampe di neve arrivando nella 'conca' superiore da dove appare alla nostra vista l'imponente sagoma del Lyskamm orientale.

 

Da qui la traccia percorsa dalla quasi totalità degli altri alpinisti continua dritta verso il colle del Lys e la Capanna Regina Margherita, noi invece tagliamo a destra seguendo l'altra traccia che punta in direzione della Piramide Vincent del Bivacco Giordano.

 

Un po' di fatica comincia a farsi sentire (siamo oltre quota 4100 metri), ma alla fine alle 11:30 arriviamo ai piedi del Bivacco Giordano.

 

Questo ricovero é arroccato sullo sperone roccioso del Balmenhorn, una cima alta 4167 metri ma non riconosciuta nell'elenco ufficiale dei 4000 delle alpi.
Il salto di roccia é facilitato da una serie di scalini metallici e da una fune ma spesso si crea comunque coda per i numerosi alpinisti in erba che vengono fin quassù a fare una foto con il 'Cristo delle vette'.

 

Si tratta di una statua di bronzo alta tre metri e mezzo posta sulla cima di questo sperone rocccioso nel 1955.
Pochi metri più in basso ecco il bivacco Felice Giordano che raggiungiamo scendendo con attenzione il tratto innevato.

 

Dopo un'oretta di pausa nella quale mangiucchiamo qualcosa e sistemiamo i sacchi a pelo per tenere i posti, alle 13 ripartiamo in direzione della cima Parrot: il prossimo obiettivo di giornata.
Arrivati sul colle del Lys il panorama si apre sulle alte cime della catena del Monterosa. Ecco spuntare da sinistra a destra la cima Dufour 4634m (la più alta del massiccio), la Zumstein (4563m), la Gnifetti (4554m) con la Capanna Regina Margherita costruita sul suo cocuzzolo e infine a destra la Punta Parrot (4432m).

 

Una comoda traccia porta fino alle rocce poste alla base della cima Parrot, da qui in poi si comincia a seguire il filo di cresta della montagna.

 

Alle 14 siamo in cima, il panorama é da brividi e il meteo perfetto!

 

Selfie di vetta!

 

Tornando indietro lungo la cresta ci si parano davanti i Lyskamm con parte della cresta che dovremo percorrere domani.
Un po' di timore reverenziale inizia a farsi strada nella mia testa e si tradurrà nella solita nottata insonne alla quale per fortuna sono già abituato visti, aimé, i numerosi precedenti.

 

Mezz'oretta più tardi rieccoci in vista del Cristo delle Vette.

 

Un ultima foto alle cime circostanti tra le quali spuntano Corno Nero e Ludwigshohe che ho salito due anni fa con Andre.

 

E poi tutti nel bivacco.
Tre simpatici francesi hanno deciso di fregarsene altamente dei nostri sacchi a peli, borracce e altro e si sono messi sopra a dormire. Dopo una nutrita serie di insulti bilingue, recuperiamo i nostri averi e ci sistemiamo al piano di sotto dove insieme ad altri alpinisti italiani sistemiamo il bivacco (sovraffollato come di consuetudine) per riuscire a starci tutti. Stanotte si dormirà per terra!

 

Quando si é allo stretto si fa amicizia in fretta e in particolare conosciamo un gruppetto di alpinisti di Cavour che domani intraprenderanno come noi la traversata.
Da mangiare ho portato i noodle che mi ha comprato Giulia e, grazie al fornellino di Marco e alla neve presa fuori dal rifugio, riusciamo a prepararci un'ottima cena che gustiamo con sapore.
Visto che in quota non c'é molto da fare e che domani ci alzeremo presto, alle 20 arriva per tutti l'ora di dormire.

 

Come mi capita sempre più spesso la notte in quota non riesco praticamente a dormire e non vedo l'ora che suoni la sveglia per alzarmi e cominciare finalmente a scalare!
La sveglia nella fattispecie suona alle 4 di mattina. Con l'aiuto di Marco e del suo fornelletto preparo due tazze di tè caldo che in compagnia di una buona dose di biscotti al cioccolato ci fanno da gradita colazione.

 

Senza far troppo rumore prepariamo armi e bagagli e usciamo dal rifugetto mentre anche l'altra cordata di Cavour si accinge a prepararsi per seguire poco più tardi le nostre tracce.
La loro idea é che andranno fino all'attacco e valuteranno se se la sentiranno di fare la traversata, motivo per cui ci dicono di andare avanti tranquilli senza aspettarli.
Alle 4:50 mettiamo piede sul ghiacciaio, in lontananza i primi bagliori evidenziano l'attacco della bella cresta del Lyskamm Orientale.

 

Dormire al bivacco é stato scomodo, ma sicuramente ci ha tolto un sacco di dislivello rispetto a chi parte per la traversata da Capanna Gnifetti, 500 metri di dislivello più in basso.
Raggiungere la cresta del Lyskamm Orienale dal bivacco Giordano é questione di una ventina di minuti e infatti alle 5:10 eccoci all'attacco della via, da qui in poi le cose si fanno più serie.

 

La cresta si impenna subito costringendomi ad adottare un passo lento e costante per non bruciare subito le gambe.
Superata la prima rampa il percorso continua su esile cresta nevosa con qualche sali e scendi di modesta entità.
Qui bisogna fare attenzione a non perdere l'equilibrio e a non agganciare i ramponi nei pantaloni che se si cade...é un casino per così dire :D

 

Un tratto un po' più tranquillo mi permette di scattare un selfie visto il posto incredibile dove ci troviamo!

 

Il nostro percorso sul filo di cresta continua e ci avviciniamo sempre di più alla pala sommitale del Lyskamm orientale.
Sulla sinistra si intravvede la rocciosa cresta Sella che sale in vetta al Lyskamm dal cosiddetto Naso del Lyskamm.
Oltre ancora, sempre sulla sinistra, si vede il cono d'ombra proiettato dai primi raggi di sole che battono contro il massiccio del Monterosa... Meraviglioso!

 

A destra del Lyskamm Orientale svettano i giganti svizzeri tra i quali ben visibili sono la Dent Blanche, il Weisshorn e la catena dei Mischabel vista di infilata con il Taschhorn davanti a tutti.

 

Dietro di noi invece ecco la parte di cresta già percorsa con il sole che illumina al centro la cima Parrot salita ieri.

 

Continuando a seguire il filo di cresta questa si impenna nuovamente con un paio di salti di neve abbastanza ripidi e faticosi che ci portano ormai nei pressi della vetta.

 

Alle 6:20 siamo in cima al Lyskamm Orientale (4527m)!
Le condizioni della cresta fin qui sono state eccellenti, traccia ben scalinata, tutta neve e niente ghiaccio. In queste condizioni si riesce ad andare sciolti (pur senza 'tirare') e l'oretta e mezza impiegata a salire fin qui lo dimostra.

 

Il meteo é perfetto e il panorama é spaziale, oggi si vede davvero tutto da quassù!
Ci prendiamo tempo per far qualche foto e tirare un po' il fiato.

 

Alle 6:40 reputiamo di comune accordo che sia l'ora di ripartire.
Comincia ora la parte più bella: la traversata tra le due cima del Lyskamm.

Il massiccio del Lyskamm infatti é composto da due vette, quella Orientale e quella Occidentale poste a più di un chilometro l'una dall'altra e unite da una bellissima cresta in qualche tratto anche abbastanza affilata.
In questa foto si vedono bene il colletto nevoso che separa le due vette e l'esile filo di cresta che bisogna percorrere per raggiungere la vetta Occidentale.

 

Dietro di noi la discesa percorsa fin qui...

 

...e davanti a noi il tratto di cresta rimanente prima dell'Occidentale.

 

Superato ancora alcuni tratti di misto roccia-neve, tra cui il salto di roccia col passo di III grado, alle 7:20 raggiungiamo la vetta del Lyskamm Occidentale.

 

Grande soddisfazione della cordata per la seconda cima di giornata e soprattutto per quanto la traversata tra le due vette sia andata liscia e senza intoppi particolari.

 

Da qua il panorama sul lato svizzero é meraviglioso, si vedono tutti i 4000 della Corona Imperiale fino al massiccio del Grand Combin e oltre ancora.

 

Decidiamo di non indugiare troppo su questa vetta e alle 7:30 cominciamo la discesa in direzione del rifugio Quintino Sella al Felik.

 

Il percorso continua a seguire l'elegante filo di cresta che lentamente ci fa perdere quota...

 

...alternandosi a qualche tratto più verticale.

 

La cresta dei Lyskamm finisce e ci troviamo sul lungo falsopiano nevoso che porta al Colle del Felik.

 

Eccoci al Colle del Felik (4061m), nei miei piani originali c'era anche l'idea di salire un attimo il Castore che da qui sembra così vicino.
Bisognerebbe però fare una deviazione a destra di un paio d'ore tra andata e ritorno e non ne abbiamo più voglia, resterà un cosiddetto '4000 facile' da fare una delle prossime volte.

 

La nostra discesa continua con un lungo traverso a sinistra e poi a destra per evitare il ripido sotto al colle.

 

E poi da qui traccia autostradale...

 

...fino ad arrivare al rifugio Quintino Sella che raggiungiamo alle 9:20.

 

E' il momento di rilassarsi, siamo in super anticipo sulla tabella di marcia e abbiamo tutto il tempo di fermarci un po'.
Dopo una ventina di minuti vediamo arrivare anche la cordata dei tre ragazzi di Cavour che alla fine ci ha seguito nella traversata.
Insieme rimaniamo a chiacchierare seduti ai tavoli della mensa del rifugio e mangiando anche un po' di pizza ordinata al bar (é troppo presto per far pranzo).

 

Dopo un'ulteriore oretta di relax alle 11:45 ci decidiamo a ripartire per completare il rientro a valle.

 

Un'ultima foto al rifugio Quintino Sella con tutta la traversata dei Lyskamm in bella mostra.

 

Il meteo continua ad essere spettacolare.

 

Percorriamo il tratto di sentiero attrezzato che caratterizza la prima parte della discesa dal rifugio...

 

...per poi procedere attraverso lunghi nevai di neve sfondosa risultato delle recenti nevicate.

 

Alle 13 giungiamo finalmente in vista degli impianti.

 

Qua ci tocca aspettare un'oretta perché la seggiovia riparta e allora ecco l'occasione per bere di nuovo una birra tutti insieme.

 

Alle 14 possiamo prendere gli impianti e scendere, faccio ancora una foto all'intera traversata dei Lyskamm che da qua si vede benissimo.

 

Foto di rito anche per la combricola che oggi torna a casa con la soddisfazione di questa bella traversata.