Sono ormai due anni che non torniamo nella valle di Gressoney e ogni volta che ci torno mi rimane sempre nel cuore.
Mentre ti avvicini in macchina la testa é piena di altri pensieri: il lungo viaggio per arrivare in Valle d'Aosta, l'alta quota che potrebbe giocare brutti scherzi, la cima che si ha in mente di salire, eccetera...
Ma poi abbandoni l'autostrada a Pont-Saint-Martin, imbocchi la vallata e tutto cambia mano a mano che sali la lunga strada che porta a Staffal.
L'atmosfera é diversa, l'aria fresca ti pizzica sul viso entrando dal finestrino leggermente abbassato e le montagne si alzano poco alla volta sui lati della valle fino a quando i giganti del Rosa sbarrano il cammino e allora parcheggi l'auto, prendi zaino e sci e sali sui comodi impianti che portano fino a punta Indren.
Io e Andre abbiamo un sabato di svago che come d'abitudine non usiamo per riposarci, ma bensì per scappare in montagna.
Questa volta approfitteremo del buon innevamento che c'é ancora sul massiccio del Monterosa per fare un'ultima uscita con gli sci e raggiungere le due cime del Corno Nero (4322m) e del Ludwigshohe (4344m).
Partiamo da punta Indren, dove ci ha portato l'ultima teleferica, con gli sci ai piedi e il sorriso sulle labbra.
La giornata é davvero bella quassù in quota mentre nel fondovalle cominciano già ad addensarsi le nubi.
Si procede a passo spedito verso il canalino che permette di accedere più velocemente all'altopiano glaciale del Lys dove sorge la Capanna Gnifetti.
Terminato il canalino si rimettono gli sci ai piedi e si comincia a traversare in direzione del Ghiacciaio del Lys.
Sulla sinistra salta all'occhio della sciatore la Capanna Gnifetti abbarbicata sulla sua spalla roccia.
...fino ad arrivare in vista degli speroni rocciosi del Cristo delle Vette e del Corno Nero.
Qui ci stacchiamo dalla traccia che continua a salire verso il colle del Lys e la Capanna Margherita per seguire sulla destra la traccia che porta verso la Piramide Vincent.
Ad un nuovo bivio poco oltre imbocchiamo invece la traccia di destra che sale verso il Cristo delle Vette la cui statua si comincia già a intravvedere in lontananza.
Posiamo gli sci e mettiamo gli imbraghi per affrontare il muro finale di una trentina di metri che purtroppo in questo periodo é parecchio ghiacciato.
Andrea va per primo proteggendo il percorso con 4 viti da ghiaccio piantate nel ghiaccio vivo della parete.
...e a mezzogiorno eccoci entrambi in cima al Corno Nero (o Swartzhorn come lo chiamano gli svizzeri).
...per andare ancora a conquistare la seconda vetta di giornata: il Ludwigshohe.
Con gli sci scendiamo pochi metri di dislivello fino all'ampia sella nevosa tra le due cime e poi risaliamo la traccia fino sotto alla crepacciata terminale della montagna.
Ci scattiamo un selfie veloce in vetta, ma sappiamo che ora dobbiamo scendere veloci visto che le nuvole cominciano a salire e a chiudere la visuale anche qua in quota.
Dal canalino fino a Indren siamo praticamente in condizioni di whiteout e seguiamo la traccia sul mio cellulare tenendoci in contatto con la voce perché non si vede neanche a un metro di distanza.
Per fortuna a Indren la nebbia si dirada leggermente e ci permette di raggiungere la stazione di arrivo degli impianti.