HOMEPAGE WEBCAMS TOUR 360° GITE

Stamattina siamo partiti presto per tornare ancora una volta nella cittadina di Saas Fee in Svizzera.
Viaggio lungo come al solito, ma la bellezza della destinazione vale sempre tutte le ore di auto che ci dobbiamo sorbire.
Siamo ormai all'ultimo weekend di Luglio e la nostra comitiva si prepara ad affrontare il classico 'gitone', ovvero quella gita che si pianifica da tutto l'anno e che prima o poi si riesce ad organizzare sul serio incastrando gli impegni di tutti e trovando le condizioni meteo ideali per realizzare l'ascesa.

 

L'obiettivo che abbiamo in mente é la 'Nadelgrat' ovvero una sottile cresta sul filo dei 4000 metri che collega ben quattro giganti del Vallese: il Durrenhorn (4035m), l'Hohberghorn (4219m), lo Stecknadelhorn (4241m) e il Nadelhorn (4327m).
Non é facile trovare le condizioni giuste per questa traversata perché l'accesso alla prima vetta, il Durrenhorn, é possibile solo grazie a due canali nevosi che diventano esili se non completamente asciutti con l'avanzare della stagione estiva compromettendo la fattibilità della gita.

 

In settimana mi sono informato a dovere con le rifugiste del MischabelHutte e pare che qualche cordata stia ancora riuscendo ad effettuare la gita anche se alcune parti del percorso cominciano ad essere in ghiaccio vivo.
Tanto ci é bastato e allora eccoci qua a prendere la corsa delle 10 della funivia Bergbahnenche oggi ci risparmierà 500 metri di salita.

 

Questo nuovo impianto di risalita, terminato poche settimane fa, porta su una magnifica terrazza panoramica posta sopra all'abitato si Saas Fee dalla quale si gode di una vista meravigliosa su tutta la vallata.

 

A picco sopra di noi, 1000 metri più in alto, si intravvede il rifugio Mischabelhutte con alle sue spalle la vertiginosa parete nord del Lenzspitze.

 

Inutile indugiare oltre, sono le 10:30 e io, Marc, Loris e Sales cominciamo a camminare.
La prima parte del sentiero ci fa fare un lungo traverso verso sinistra per andare ad intercettare il sentiero ufficiale che dal fondovalle sale verso il rifugio.

 

Il traverso continua offrendoci scorci magnifici accompagnati dal verde lussureggiante dell'erba svizzera.

 

Dopo una mezz'oretta di cammino arriviamo all'incrocio col sentiero che sale al rifugio.

 

La salita continua a suon di dolci tornanti facendoci prendere gradualmente quota.
Purtroppo le mie sensazioni fisiche cominciano a non essere buone. La stanchezza (e la tensione) di queste ultime settimane di lavoro comincia a farsi sentire e anche le 5 ore di guida della macchina non mi hanno certamente aiutato a riposarmi.

 

Alle 12 il sentiero comincia a farsi sempre più ripido e si trasforma in una specie di via ferrata.
La stanchezza é troppa e il mio solito zaino troppo pieno comincia a farsi sentire. Spiego la situazione e dico agli altri di andare avanti, io devo ridurre la velocità sennò domani non riuscirò a fare granché.

 

Ogni tanto anche gli svizzeri riescono ad esternare il loro umorismo nascosto!
Ammetto di aver toccato il funghetto alla ricerca di un improbabile aumento di energie, ma niente da fare la fatica ha continuato inesorabilmente a farsi sentire sempre di più :D

 

Dopo un'altra interminabile mezz'ora di ascesa ecco che il Mischabelhutte appare ormai a portata di mano!

 

Finalmente alle 13 in punto faccio la mia entrata in scena sulla terrazza del rifugio. Il Sales mi immortala in questa foto dove riesco a stento a celare la stanchezza dietro a un sorriso tirato.

 

E' fatta, siamo arrivati al mitico MischabelHutte, rifugio posto a 3340 metri e vera e propria terrazza panoramica a picco sull'abitato di Saas Fee che da qualche anno é gestito da quattro ragazze molto brillanti e gentili.

 

Una volta sistemati i bagagli nella nostra stanza, torniamo sulla terrazza principale dove ci impossessiamo di quattro comode sdraio per rilassarci al caldo sole del pomeriggio.

 

Arriva il momento di reintegrare e in Svizzera ormai abbiamo capito che il piatto forte é il rosti.
Ne ordiniamo 4 belli carichi completi di uovo.

 

Questo piatto quando fatto bene merita sempre un primo piano.

 

Il pomeriggio scorre lentamente. Marco, Loris e Sales per acclimatarsi un po' decidono di fare un giro fin sullo sullo Schwarzhorn (3620m), cima appena accennata posta 300 metri di dislivello più in alto rispetto al rifugio.
Io invece provo a dormire un po' prima sulle sdraio della terrazza e poi quando il sole comincia ada andare via nel rifugio invernale dove siamo stati sistemati dalle rifugiste.

 

Fuori dal rifugio la luce del sole illumina ancora bene le montagne, ma alle 18 é già ora di cena per il primo turno di alpinisti.
Questa prima cena viene proposta dalle rifugiste agli alpinisti che l'indomani proveranno a fare la Nadelgrat o la traversata del Lenzspitze. Per gli altri che proveranno la classica salita del Nadelhorn la cena sarà poi alle 19:30.

 

Finita cena ci godiamo ancora per qualche minuto il panorama che offre la terrazza del rifugio e poi dritti a nanna che domani la sveglia é di quelle che non si dimenticano.

 

Un concerto di quattro sveglie parte all'unisono all'1:45, sono i nostri 4 telefoni che ci ricordano lo strano modo di divertirci che perseguiamo nei nostri weekend di alpinismo.
Gli zaini sosno già praticammeente pronti, prendiamo le ultime cose e saliamo al rifugio vero e proprio a far clazione.
Ore 2:45 siamo vestiti di tutto punto e partiamo a camminare risalendo i salti rocciosi dietro al Mischabelhutte.
Dopo una decina di minuti troviamo una traccia sulla destra che abbandona il sentiero su roccia e comincia a percorrere il nevaio adiacente. Sappiamo che é una scorciatoia che porta al ghiacciaio superiore e quindi la imbocchiamo dopo esserci legati in due cordate.

 

Le foto di questa prima parte di percorso sono poche anche a causa del buio. Fatto sta che raggiungiamo il ghiacciaio superiore (il cosiddetto HohbalmGletscher) e da lì dopo aver superato alcuni crepacci anche importanti alle 4:00 abbiamo raggiunto il Windjoch , un colle situato a 3850m sulla cresta Nord-Est del Nadelhorn.
La beffa della traversata che vogliamo fare é che adesso ci tocca ridiscendere sul sottostante ghiacciaio RiedGletscher perdendo all'incirca 500 metri di dislivello!
Inoltre questo tratto si é inaspettatamente rivelato uno dei più ostici della traversata poiché presentava un traverso di una cinquantina di metri in ghiaccio vivo che ci ha portato via una buona mezz'ora di tempo per superarlo in sicurezza.

 

Pazienza, alle 5:30 abbiamo comunque raggiunto la base del canale 'Selle' ultima via di accesso ancora praticabile per riuscire a salire sul filo di cresta della Nadelgrat.

 

Uno sguardo indietro al percorso fatto in discesa dal Windjoch fino a qui.

 

Pronto a partire!

 

Anche i compagni sono pronti

 

E allora pronti via! Luca apre le danze mettendosi in coda alle altre cordate arrivate dal Bordierhutte e che sono già più in alto di noi nel canale.

 

Ogni tanto il Sales fa qualche foto anche a me :D

 

Purtroppo siamo un po' in ritardo sulla tabella di marcia e purtroppo é sempre rischioso quando il sole ti sorprende a metà di un canale di neve.

 

Dopo una mezz'oretta di salita le prime pietre cominciano a rotolare giù per il colatoio rimbalzando sulla neve come schegge impazzite.
Una ragazza poco più in alto di noi viene colpita in pieno alla spalla destra e dopo qualche minuto di smarrimento e di dolore trova la forza di continuare con l'aiuto del suo compagno di cordata. Infatti non ci sono opzioni, scendere e tornare giù sarebbe una follia.

 

L'episodio ci porta ad accelerare la nostra salita per uscire il prima possibile da questo postaccio e alle 7:15 usciamo finalmente sul colletto Selle. Qui ci prendiamo un attimo di pausa, mangiamo qualcosa e prepariamo le corde per iniziare la traversata della cresta.

 

Più in alto le cordate che ci precedono stanno già affrontando i tratti finali della cresta del Durrenhorn.
Cominciamo anche noi la salita di questo tratto di cresta che si rivela parecchio 'marcio' e sfasciumoso in alcuni punti.

 

Dopo un paio di risalti alle 8:20 siamo in cima al Durrenhorn (4035 m).

 

Foto di vetta!

 

Comincia la discesa verso l'intaglio successivo, il Dirrujoch.
La Nadelgrat é ancora lunga lunga...