HOMEPAGE WEBCAMS TOUR 360° GITE

Siamo in pieno Luglio e il caldo quest'anno sta dando origine ad un clima insopportabile in pianura e a una terribile sofferenza per i ghiacciai delle alpi.

Dopo la tragedia della Marmolada verificatasi a inizio Luglio é ormai chiaro che le lunghe gite sui ghiacciai non sono consigliate in questo periodo, ecco che allora ripieghiamo su una bella gita in territorio svizzero che ci é saltata agli occhi recentemente: lo Zinalrothorn.

 

Lo Zinalrothorn (letteralmente 'Corno Rosso di Zinal') é un 4000 svizzero che domina la vallata di Zinal e che deve il suo nome alle rocce dell'aguzza vetta che hanno una caratteristica colorazione aranciata-rossa.
Per salire la sua via normale ci rechiamo nell'adiacente vallata di Zermatt.

 

Dopo le consuete 5 ore di macchina da Cuneo, raggiungiamo il paesino di Tasch dove si parcheggia l'auto e si prende il trenino che porta fino a Zermatt.
La cittadina non é infatti raggiungibile in macchina dai turisti.

 

Zermatt é una città unica nel suo genere. Si é in alta montagna, ma lungo la sua strada principale si susseguono hotel di lusso e boutique dei marchi più prestigiosi.

 

E poi quando le case si diradano e si alzano gli occhi verso destra c'é lui, il Cervino visto dal suo lato più elegante con il magnifico scivolo triangolare della parete Est in bella mostra.

 

Usciti dalla città cominciamo a risalire i verdi pendii orientali tra i quali di tanto in tanto compaiono le casette in legno tipiche dei pascoli della Svizzera.

 

Stiamo seguendo il sentiero che ci porterà al Rothorn Hutte, il rifugio dove dormiremo stanotte e il percorso comincia risalendo il valloncello incassato nel quale scorre il torrente TriftBach.

 

Dopo i primi 350 metri di dislivello si arriva all'hotel Edelweiss: un ristorante in quota con una magnifica vista a picco su Zermatt e sui 4000 del massiccio del Mischabel.

 

Il sentiero continua ora più pianeggiante e già si scorge sulla sinistra la sagoma appuntita dell'Obergabelhorn (4063m) e a destra della Wellenkuppe (3903m) caratterizzata quest'ultima dalla bella calotta glaciale che le fa da cappello.

 

Poco prima della mezza usciamo dal bosco che ci ha accompagnato finora e arriviamo all'Hotel Trift, un rifugio molto carino situato dove la valletta si allarga in un ampio pianoro contornato dai giganti di pietra e dai loro ghiacciai.
Gli imponenti serracchi che si vedono in lontananza riversano fiumi d'acqua in queste calde giornate estive che confluiscono nell'impetuoso TriftBach che scorre a poche decine di metri dalla costruzione.

 

Siamo a metà della nostra salita e l'ora é quella giusta per mangiare un boccone di pranzo.
Ci accomodiamo ad un tavolino e ordiniamo un bel Rosti che ho imparato a conoscere durante la precedente spedizione in Svizzera sullo Stralhorn.

 

Vogliamo però arrivare al rifugio del Rothorn ad un orario decente e quindi una volta diviso il piatto di Rosti con Luca e Loris si ricomincia a salire.

 

Dietro a noi comincia a spuntare il massiccio del Monte Rosa con le sue imponenti pareti Nord dei Breithorn, dei Lyskamm e i magnifici panettoni nevosi che scendono da Dufour e Nordend.

 

Si deve ora salire una lunga morena di terra e rocce che rimonta in direzione del TriftGletscher e del rifugio.
I panorami che ci circondano sono semplicemente da brividi.

 

Alle 16 arriviamo al Rothorn Hutte, rifugio in tipico stile svizzero (molto simile al Britannia Hutte) dotato di un'ottantina di posti letto.
E' l'ora di sistemare gli zaini nel dormitorio e rilassarsi un po' in attesa della cena.

 

Dopo il pasto serale si catturano le ultime luci del tramonto sul Monterosa che in questo momento sembra suggerirci perfettamente a cos'é legata l'etimologia del suo nome geografico.
La punta del Cervino si scorge appena sulla destra, e l'eleganza del suo profilo é ancora una volta ben riconoscibile anche da qui.

 

La notte per me é infinita come spesso mi capita quando dormo in rifugio.
Il pensiero corre già al giorno successivo provando a immaginare i canali di pietre da risalire, i ghiacciai da attraversare e le creste rocciose da scalare e addormentarsi é sempre un'impresa con la mente affollata da questi pensieri alpinistici.

Alla fine qualche ora di sonno la si riesce sempre a fare fino alla solita sveglia impegnativa tipica di quando si salgono i giganti delle alpi.
Alle 3:00 la sveglia suona, si scende a far colazione, si prepara lo zaino togliendo il materiale superfluo e alle 4:00 il nostro trio é pronto a partire alla luce delle frontali in direzione dello Zinalrothorn!

 

Si parte subito in direzione nord seguendo un sentiero che da dietro al rifugio comincia a risalire tra pietraie prima e poi sul ghiacciaio del Rothorn.
Dopo una mezz'ora di cammino si arriva al cosiddetto Wasserloch (buco dell'acqua) da dove bisogna imboccare un camino roccioso sulla sinistra che personalmente ho trovato abbastanza psicologico da fare slegato, ma i ramponi danno una mano a far presa sulle rocce e a superare il salto finale portandoci sulle balze rocciose soprastanti il ghiacciaio.

 

Da questo punto si possono togliere i ramponi e per sfasciumi e brevi salti rocciosi si taglia verso sinistra (direzione Ovest) fino a raggiungere il Fruhstuckplatz, un ripiano/pietraia posto sulla cresta sud dello Zinalrothorn.

 

I primi raggi di sole cominciano a illuminare a Ovest i giganti svizzeri, il momento é davvero magico.

 

Rimettiamo i ramponi e cominciamo a risalire l'ultimo nevaio che porta sull'estetica cresta Sud-Est dello Zinalrothorn, la 'Schneegrat'.

 

In cresta ecco finalmente il sole!
Nonostante le fretta del Sales ci fermiamo a fare un po' di foto perché l'ambiente é grandioso e i colori magnifici a quest'ora.

 

Alla fine anche Luca si ferma e mi fa una foto sull'estetica cresta nevosa.
Dietro di me ben visibile c'é tutto il massiccio del Monterosa dalla Nordend ai Breithorn.

 

La cresta nevosa finisce contro le rocce del castello sommitale dello Zinalrothorn, da qua posiamo i ramponi e ci prepariamo a continuare per affrontare gli ultimi 400 metri di dislivello prima della croce di vetta.
Prima di partire scatto una foto verso Est all'assolato Hohlichtgletscher con il Weisshorn e le pareti occidentali dei Mischabel sullo sfondo.

 

La via normale attraversa le rocce della parete meridionale dello ZInalrothorn per poi imboccare una rampa di placche rocciose che sale alla forcella denominata 'Gabel' posta sulla cresta Sud-Ovest della montagna (Rothorngrat).

 

Alle 7:30 siamo alla forcella e ci leghiamo in una cordata a tre per affrontare la parte più impegnativa della salita.

 

Purtroppo in questo tratto si forma un po' di coda ma é prevedibile.
Infatti dopo una ventina di metri di salita sul filo di cresta si deve effettuare un traverso in piena parete Ovest sull'ostica placca Biner.

 

E alla fine arriva anche il nostro turno.
Vado avanti io cercando di tenermi il più possibile di braccia sfruttando le lame di roccia rivolte all'ingiù. Per i piedi infatti non c'é molto e bisogna cercare di spalmare il più possibile gli scarponi sulla placca.
Uno spit aiuta a proteggere il passaggio che comunque é lungo una decina scarsa di metri.

 

Allestisco una sosta dopo il passaggio e recupero Luca e Loris.
Saliamo ora in verticale seguendo una linea di fittoni che ci riporta in cresta una quarantina di metri più in alto.

 

Ricominciamo a seguire la cresta fino ad un gendarme che aggiriamo a sinista e arriviamo all'anticima dello Zinalrothorn chiamato 'kanzel' dai locali.
Loris lo supera sulla sinistra con passo atletico ma esposto e in breve guadagniamo l'ultima sella rocciosa posta appena sotto alla vetta.

 

L'ultimo torrione roccioso dello Zinal é impressionante, sospeso nel vuoto a picco sul ghiacciaio dell'Hohlicht centinaia di metri più in basso.

 

Pochi minuti dopo eccoci in cima allo Zinalrothorn (4221m), sono le 9:30.
Dietro di noi la maestosa sagoma triangolare del vicino Weisshorn.

 

Il grosso delle altre cordate é già sceso mentre noi ce la siamo presa comoda anche per affrontare in sicurezza i vari passaggi della cresta.
Alle 10 cominciamo anche noi la discesa.

In particolare per superare il 'Kanzel' ci caliamo su una cordone che scende verticalmente per 5 metri sul versante Est posandoci su un terrazzino esposto.
Da qui si torna sul filo di cresta poco oltre con passaggio esposto, ma meno fisico rispetto a quello fatto in salita sull'altro lato (lato Ovest).

 

Scendiamo la linea di fittoni e traversiamo a ritroso la placca Biner.
Scesi alla 'Gabel' con una corda doppia di una ventina di metri, ci caliamo nel canalino sottostante con qualche doppia già che abbiamo il cordame a portata di mano.

 

Selfie scendendo nel canalino sotto alla 'Gabel'.

 

Percorriamo a ritroso il traverso che ci riporta alla cresta nevosa dova abbiamo posato picche e ramponi.

 

Eh niente... le foto su questa Schneegrat vengono proprio bene, anche Luca si mette in posa.

 

Ambiente alpino durante la discesa.
Cervino ben visibile da quassù.

 

Arrivo al rifugio alle 14:30 e attimo di relax con birretta.

 

Continuiamo a scendere verso valle, mangeremo qualcosa a Zermatt.

 

Il fiume TriftBach oggi é in piena e fa davvero paura.

 

Riecco Zermatt.

 

Casette tipiche dei villaggi alpini svizzeri.

 

Alle 18 siamo a Zermatt e in perfetto stile salutista andiamo a mangiare qualcosa di rapido al Mc Donald prima del lungo rientro fino in Italia.

Gran bella gita e cima di soddisfazione per la bellezza e anche per la divertente arrampicata della parte alta.
Con i soci Luca e Loris che quest'anno stanno diventando una certezza alpinistica durante le mie uscite in montagna.