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E' ormai metà Ottobre e in alta montagna ancora non ha nevicato in maniera decisa. La leggera spruzzata di neve che ha fatto qualche giorno fa sopra ai 2800 metri si é già sciolta completamente lasciando ancora accessibili le vette più alte delle Alpi Marittime e Cozie.
Ottima notizia per me che dopo un'estate alpinistica un po' ridotta dal viaggio di nozze posso provare a portare a casa qualche bella uscita in questo inizio di autunno climaticamente molto mite.

 

Oggi la ciurma é praticamente al completo: Luca, Loris, Marco, Alby e il Doctor.
Alle 5:00 di mattino si parte a camminare da Terme di Valdieri. L'orario di partenza é quello delle grandi occasioni vista la lunghezza del percorso che ci aspetta oggi.

 

La prima tappa del percorso é il rifugio Questa che raggiungiamo in un paio d'ore abbondanti.
Il freddo si fa sentire anche perché i raggi del sole devono ancora raggiugere e scaldare questa vallata esposta a Nord e allora ci prendiamo una mezz'oretta di pausa rintanandoci nella struttura aperta per il bivacco invernale.

 

In lontananza si scorge la meta di oggi ovvero la cresta Savoia, un'ardita cresta che separa i due valloni della Margiola e del Prefouns.
Il nome di questa 'muraglia' di granito lo si deve alle cinque vette che la caratterizzano e che sono state dedicate ai cinque figli di Re Vittorio Emanuele III di Savoia.

 

Il sole si sta alzando e ricominciamo il nostro percorso risalendo il vallone di Margiola seguendo gli ometti che spuntano qua e là in mezzo alla pietraia.

 

Dopo una mezz'ora dal rifugio giungiamo in prossimità del colletto dove inizia la via.
Da qui sono ben visibili le prime due vette della cresta, la punta Jolanda e la punta Umberto separate da un marcato intaglio già illuminato dai primi raggi solari.
Al colletto ci leghiamo in tre cordate: Loris e Luca (inseparabili come sempre), Marco e Alberto, io e il Doctor.

 

Si parte! Luca attacca subito le prime placche di roccia della cresta tenendosi sulla destra del filo come da relazione. Saliti di una decina di metri si raggiunge un terrazzino che permette di spostarsi verso sinistra raggiungendo il filo di cresta dove si può allestire una sosta su friends e recuperare il compagno di cordata. Si continua poi seguendo fedelmente la cresta, si guadagna la cima di un primo risalto e si continua ora più sul versante Prefouns risalendo un canale di massi accatastati per una trentina di metri fino sulla cima della Punta Jolanda.

 

Selfie in cima a Punta Jolanda con Marco e Alby mentre il Doc ci sta raggiungendo.

 

Luca e Loris sono già scesi sul versante opposto sfruttando una cengia obliqua da sinistra verso destra che porta nei pressi di uno spuntone di roccia attrezzato con cordone per effettuare la calata al colletto sottostante.

 

La calata é di una quindicina di metri, ma risulta scomodo raggiungerla e posizionarsi per iniziare la discesa. Io e Andre ci facciamo un selfie mentre aspettiamo il nostro turno per calarci.

 

Dal colletto tra le punte Jolanda e Umberto si può agevolmente scendere nel vallone di Margiola (buona via di fuga in caso di brutto tempo).
Mentre anche Marco e Alberto si calano io e Andre andiamo avanti per guadagnare tempo.
Per continuare verso la punta Umberto bisogna imboccare e risalire uno stretto canale di rocce rotte bloccato nella parte alta da un enorme masso incastrato. Attacco il canale fino al masso incastrato e mi fermo a studiare come procedere. Sfrutto il chiodo a destra del masso per assicurarmi con un rinvio e faccio un paio di passi indietro per non arrampicare in strapiombo sotto alla verticale del masso. Da qui in opposizione tra le due pareti salgo verticalmente per quattro metri circa sfruttando soprattutto l'aderenza delle scarpe sulle due pareti laterali visto che per le mani ci sono pochi appigli. Posso ora appoggiare nuovamente i piedi sul fondo del canale e nello specifico proprio sul masso che ho superato in altezza elevandomi in opposizione.

 

Pochi metri oltre il canale finisce e trovo una sosta con la quale recupero il socio. Andre continua poi con un nuovo tiro di corda sulle rocce di sinistra superando uno spigolo, poi un altro e raggiungendo una zona di rocce rotte poco sotto alla vetta dove mi recupera.

 

Da qui in breve raggiungiamo la punta Umberto proseguendo in conserva lungo il filo di cresta.

 

Per proseguire lungo l'itinerario di cesta bisogna effettuare un paio di doppie da 20 metri, la seconda delle quali ci deposita sul colletto tra la Punta Umberto e la Punta Mafalda.
Anche in questo caso dal colletto si ha una comoda via di fuga sempre sul lato del vallone di Margiola (Ovest).

 

Ora bisogna attaccare Punta Mafalda e lo si fa sfruttando una cengia/camino che salendo da destra verso sinistra permette di superare il primo balzo roccioso della cresta.

 

Volgendo lo sguardo indietro si vede bene il caratteristico masso in bilico sul versante occidentale di Punta Umberto

 

Si giunge ad un terrazzino di rocce rotte che si rimonta verso destra fino a guadagnare nuovamente il filo di cresta.
Seguendo fedelmente lo spartiacque Margiola/Prefouns e aggirando ora sulla destra ora sulla sinistra i blocchi di granito che spuntano verticalmente dal terreno, si perviene in cima a Punta Mafalda.

 

Foto di gruppo in cima a Punta Mafalda.

 

Luca e Loris hanno già attaccato la cima successiva...

 

...e anche noi li seguiamo a ruota!

 

Dal colletto successivo si segue sempre il filo di cresta superando divertenti salti rocciosi fino in vetta a Punta Giovanna

 

Uno sguardo indietro verso punta Mafalda

 

Dalla cima di Punta Giovanna panorama su Punta Maria dove Luca e Loris stanno già risalendo il dietro iniziale

 

Li raggiungiamo anche noi guadagnando l'ennessimo colletto e attaccando il diedro iniziale di Punta Maria.
Questo passaggio é un po' ostico e richiede un superamento in dulfer nella parte alta. In loco si trovano un chiodo e un friend incastrato che aiutano a proteggere il passaggio.

 

Superato questo primo pezzo di cresta si risale per facili salti rocciosi...

 

...fino in vetta a Punta Maria: l'ultima vetta della Cresta Savoia.
Le tre cordate finalmente si ricompattano e ci prendiamo tutti e sei una mezz'oretta di pausa per mangiare qualcosa e per goderci il magnifico panorama che si gode da questo nido d'acquila.

 

Come immaginavamo già dall'inizio é troppo tardi per proseguire la nostra cavalcata verso il Caire di Prefouns, quindi cominciam la discesa verso l'ultimo colletto dal quale scenderemo nuovamente nel vallone di Margiola e da qui al Questa.

 

Si scende alla forcella con una prima doppia da 15 metri. Al colletto si trova una seconda sosta dalla quale calarsi con un'ultima doppia di 25 metri direttamente alla base della parete della cresta Savoia.

 

Una comoda cengia erbosa permette di raggiungere il vallone di Margiola

 

Scendendo buttiamo un'occhio alla cresta appena percorsa, é stata una bella avventura!

 

Il ritorno al Questa é una formalità che si sbriga in una ventina di minuti.

 

E da qui si scende verso il Valasco.

 

Passiamo di fianco alla casetta di caccia ormai chiusa perché é finita la stagione di apertura del rifugio.

 

Un po' di foschia comincia ad invadere il pianoro mentre la nostra comitiva scende a passo spedito verso Terme.

 

E per festeggiare la spedizione ci fermiamo a fare aperitivo a Sant'Anna di Valdieri.
Gita di soddisfazione per chi come me apprezza il genere su queste grandi classiche della Alpi Marittime. Grazie di cuore ai soci Andre, Marco, Alby, Luca e Loris.