Oggi é il compleanno di Loris che supera anche lui la fatidica soglia dei 30.
Per festeggiarlo sono passato a prendere due cavolate al supermercato e mi sono messo d'accordo con il gestore del rifugio Bozano per preparargli una crostata su cui mettere due candeline.
Il caso vuole, infatti, che proprio questo venerdì pomeriggio io e il Doc raggiungeremo Luca, Loris e Lia che sono già saliti stamattina in zona Bozano per arrampicare in zona Corno Stella.
L'obiettivo é quello di risalire una via storica delle Marittime: lo Sperone Campia all'Argentera Sud.
Il meteo incerto di questa giornata e il rischio di possibili piogge previste per stasera non ci convince molto, ma Sales (che é il metereologo del gruppo) sostiene che non pioverà e che domani sarà una bella giornata almeno al mattino.
Tanto vale provare e alle 19 io e Andre abbiamo raggiunto la comitiva al Bozano di ritorno da una giornata di arrampicata sullo zoccolo del Corno.
Per far cena ci ha raggiunto anche Mattia che é venuto su in modalità 'Fast & Light'.
Alla fine in qualche modo riusciamo a far indossare il cappellino ambiguo a Loris e la foto con la torta dei 30 anni non gliela potevamo risparmiare!
Dietro al cappellino di Loris il quadro con due pionieri delle Marittime in cima alla Dufour sembrano guardare la scena con giustificata perplessità.
Non indugio oltre sui festeggiamenti della serata (molto scarni).
Marco il rifugista ci segrega nel locale invernale del rifugio di modo che se facciamo casino non disturbiamo gli altri alpinisti, ma in realtà andiamo a dormire presto anche noi per prepararci alla gita di domani!
L'indomani la sveglia non é delle peggiori, alle 7 facciamo colazione e alle 7:30 cominciamo a muovrci risalendo le pietraie a monte del rifugio seguendo le tubature dell'acqua.
Raggiunto il canale di sfasciumi che fa capo alla Forcella dell'Argentera, cominciamo a risalire con attenzione le rocce alla sua destra.
Ad un certo punto si piega a destra attraversando un ultimo salto di roccia delicato e portandoci su una larga cengia di detriti.
Loris sulla cengia che incidendo il contrafforte dell'Argentera verso Sud ci sta portando in direzione degli Speroni della parete Ovest.
Risaliamo un tratto abbastanza verticale di salti erbosi e cengette per poi continuare a tagliare verso destra.
Da qui sono abbastanza visibili i tre speroni che salgono verso la cima Sud dell'Argentera: a destra con il proflo contro il cielo il Salesi, a metà lo sperone Campia e scorrendo con lo sguardo sempre verso sinistra ecco ancora il Promontoire.
Tagliamo ora quasi in piano verso destra seguendo una cengia erbosa fino a raggiungere un ripido canale di roccia bianca.
Da qui Luca e Loris cominciano a salire direttamente verso l'alto: lo Sperone Promontoire infatti é il primo che si incontra e la loro cordata oggi salirà per questa via.
Io e Andre invece continuiamo a scendere seguendo la cengia erbosa che continua a percorrere la parete e che é caratterizzata sempre da una larga fascia di rocce bianche.
Dopo 200 metri circa di cengia la fascia di rocce bianche si impenna poco oltre lo sperone Campia che da in basso é impossibile riconoscere.
Proviamo allora a seguire questa vena di rocce chiare che sale verso sinistra portandoci sempre più in alto nella parete.
Ad un certo punto la cresta Campia inizia a delinearsi sulla nostra sinistra, cominciamo a tagliare sulle placconate rocciose per raggiungerlo.
Con un po' di audacia guadagnamo il filo di cresta e arriviamo all'attacco della via dove ci leghiamo con due corde da 60 metri.
Sul primo tiro va avanti Andre.
La via percorre delle placche di roccia leggermente a destra del filo di cresta per una quarantina di metri...
Vado avanti io per il secondo tiro.
Ci si trova sotto ad uno sperone giallastro che la logica suggerirebbe di aggirare sulla destra poiché sembra la cosa più semplice da fare.
Se si scavalca invece il filo di cresta verso sinistra (dove il terreno é più scabroso e sembra tuffarsi nel canale sottostante) si riesce a salire una stretta rampa di divertenti rocce appigliate.
Sempre restando a sinistra del filo di cresta si supera con un po' di fisicità un passaggio di IV un po' più verticale per poi raggiungere nuovamente il filo di cresta dove risulta facile allestire una sosta nei pressi di un altro torrione da dove recupero il doctor (40 metri circa).
Buttando l'occhio sull'adiacente sperone del Promontoire Luca e Loris sono già parecchio più in alto.
Per il terzo tiro torna avanti Andre che raggiunge un colletto sul filo di cresta pochi metri più avanti e poi attacca la parete successiva di IV. Rinvia il chiodo nella parte iniziare poi piazza un friend in un fessura circa 6 metri più in alto.
Supera ancora un saltino verticale ben appigliato di un paio di metri e poi può traversare verso sinistra aggirando l'ennesimo sperone della cresta sul lato nord fino ad un colletto molto suggestivo con un masso incastrato dove allestisce una sosta e mi recupera.
Raggiungo il colletto anch'io e lo attraverso passando ora sul lato destro della cresta (sud).
Da qui valuto la situazione visto che le possibilità sono due: salire dritto per dritto il filo di cresta IV (si vedono dei chiodi) oppure traversare a destra in parete per poi risalire un diedro di IV.
Alla fine scelgo la via che mi sembra più abbordabile, quindi traverso verso destra (poco proteggibile purtroppo) per poi trovare dopo una decina di metri il vago diedro che sale dritto per dritto con un po' di pietrisco qua e là...
...e anche qualche infiorescenza che cresce tra queste lame di quarzite tra cui una bellissima Saxifraga Centenaria che mi fermo a fotografare appeso come un salame.
Dopo una ventina di metri di salita verticale nel diedro arrivo finalmente ad un terrazzino dove riesco ad allestire una sosta su fettucce e a recuperare Andre.
Siamo al quinto tiro che si rivela impegnativo nella prima parte (lame di roccia e poi dietro di IV sempre un po' a destra del filo di cresta) per poi ammorbidirsi per roccette più comode fino quasi ad esaurire la corda da 60 metri.
Da qui il doc mi recupera facendo sosta su un provvidenziale spuntone di roccia.
Ora procediamo in conserva su rocce più facili per un'ottantina di metri fino ad arrivare ad un salto di roccia verticale che interrompe bruscamente lo sperone Campia.
Recentemente sono stati tassellati due spit con anello di calata sulle rocce di sinistra che permettono di fare una scomodissima doppia di 5-6 metri fino all'intaglio sottostante.
Torno avanti io cominciando un tiro di placca (io odio la placca) abbastanza antipatico nei primi metri: passaggi di V con pochi appigli per le mani dove ho dovuto fare parecchio affidamento sui piedi.
Per fortuna la parete dopo la parte iniziale di V si addolcisce e mi permette di progredire più agevolmente sempre nei pressi del filo di cresta fino a raggiungere uno spuntone dove finisce lo sperone Campia.
Da qui recupero il doctor, ci sleghiamo e scendiamo una breve rampa di rocce rotte.
Uno sguardo indietro verso lo sperone Campia appena terminato, grande soddisfazione per me e il socio.
Ora é solo più questione di risalire gli sfasciumi e i salti rocciosi della parte alta della parete...
Le nuvole stanno ormai salendo, ma ormai siamo in cima.
E' tempo di farsi la consueta foto di vetta.
Sono le 14 e cominciamo la discesa lungo la cengia della via normale.
La cengia oggi é piena di grandine caduta ieri e non ancora sciolta, ci muoviamo con un po' più di concentrazione nei passaggi più stretti.
Lo stemma del cai, che abbiamo tagliato in primavera per i vari rifugi del CAI di Cuneo, fa la sua bella figura all'entrata del rifugio.
I ragazzi che gestiscono il rifugio in quest'anno di transizione dopo i 17 anni di gestione di Franca ci accolgono gentilmente e ci preparano delle ottime crepes nonostante l'ora ormai tarda.
Placati almeno in parte i morsi della fame (non mangiavamo da colazione) riprendiamo la discesa in direzione del Pian della Casa del Re e da qui lungo lo stradone militare ancora giù in direzione del Gias delle Mosche dove abbiamo parcheggiato la macchina ieri.
Lungo la discesa possiamo ammirare da molto più in basso la parete che abbiamo salito oggi e che adesso é finalmente illuminata dal sole di questo bel pomeriggio estivo.
Ultima tappa di giornata é l'aperitivo a Sant'Anna di Valdieri che ormai é d'obbligo quando scendiamo la Valle Gesso.
Ultima gita seria della mia estate, poi partirò in viaggio di nozze e per tre settimane dovrò rinunciare all'aria frizzantina delle alte vette.
Grazie di cuore a Doctor che ieri dopo lavoro ha ancora trovato la voglia di salire al Bozano per accompagnarmi in questa avventura pionieristica e grazie anche a Luca e Loris che durante l'ascesa ci hanno tenuto compagnia dal vicino sperone del Promontoire.