Non ero ancora stato in svizzera se non di passaggio quand'ero piccolo e andavo col camper nei paesi nordici durante le vacanze estive.
Quest'anno invece é già la terza volta che affronto il lungo pellegrinaggio fino in territorio elvetico in compagnia di Loris e Luca.
Terza gita in svizzera e terza diversa vallata che risaliamo in macchina. Questa volta parcheggiamo l'auto a Zinal, meraviglioso paesino situato nella valle di Zinal adiacente a quella ben più famosa di Zermatt.
Siamo al cospetto della cosiddetta Corona Imperiale, ovvero un semicerchio di vette di almeno 4000 metri che abbraccia la vallata.
In questa 'corona alpina' figurano da Ovest verso Est: la Dent Blanche, l'Obergabelhorn, lo Zinalrothorn (che abbiamo salito a Luglio), il Weisshorn e il Bishhorn.
Ecco quindi che alla mezza il nostro trio parte dai 1675m di Zinal e comincia a risalire sotto il sole cocente i pendii orientali della ridente vallata in direzione della Cabane de Tracuit.
Dopo un discreto numero di tornanti si raggiunge con comoda strada sterrata (in alcuni tratti un po' ripida) la Baite Tracuit posizionata già a 2125m. Da qui la strada diventa sentiero che continuando a zigzagare risale con lenta monotonia il versante erboso fino ad un lungo taglio verso destra che ci porta nei pressi del Torrent du Barmé.
Entriamo ora su un altipiano pascolivo dove la pendenza si addolcisce notevolmente e lo suardo si apre sulle alte cime che ci circondano.
Davanti a noi già si intravede, ancora molto lontana, la Cabane de Tracuit che sarà il nostro ricovero per stanotte con di fianco il lembo inferiore del Turtmann Gletscher.
Tutto intorno invece affiorano gli aguzzi corni ('horn' in tedesco) dei 4000 della Corona Imperiale. Il luogo impone una sosta per spezzare la nostra risalita e godere appieno di tanta maestosità.
In questa foto in particolare si vedono lo Zinalrothorn che abbiamo salito a Luglio e la Dent Blanche per salire la quale ho contattato più volte in questi giorni la Cabane de la Dent Blanche che però era già al completo.
...guadagniamo il Col de Tracuit con un ultimo salto roccioso attrezzato con corde. Da qua con un breve tratto pianeggiante di cresta arriviamo alla Cabane de Tracuit, futuristico nido d'acquila arroccato sul limitare del ghiacciaio di Turtmann.
Dopo la sistemazione di sacchi a pelo e zaini nella camerata, ci sediamo a un tavolo della mensa sfogliando i libri del rifugio in attesa che arrivi l'ora di cena (18:30).
Il cibo anche in questo rifugio non é eccellente, ma abbiamo mangiato di peggio.
Dopo cena c'é ancora un bel sole che illumina le cime che ci circondano
Il vento come da previsione continua a soffiare deciso a queste quote, quindi meglio tornare in rifugio al calduccio per dormire un po' e ricaricare le batterie in vista della gita di domani!
Per colazione mangiamo con il turno degli alpinisti che salgono al Weisshorn e che partono prima rispetto a quelli che si fermano in vetta al Bishorn come noi. Noi però abbiamo deciso di fare così per evitare l'affollamento delle 5 quando la massa degli alpinisti che vogliono fare il Bishorn si sveglia tutta assieme.
Ecco quindi che alle 5, mentre gli altri alpinisti scendono in mensa, noi ci apprestiamo a partire zaini a spalla.
Il nostro percorso inizia seguendo una traccia tra gli sfasciumi che negli ultimi anni hanno visto la luce con il ritrarsi del ghiacciaio.
Dopo una decina di minuti é il momento di mettere piede sul ghiacciaio di Turtmann e dunque si calzano i ramponi, si estrae la piccozza e ci leghiamo in una cordata a tre.
Luca apre la strada cercando di venire a capo del dedalo di crepacci che caratterizzano questa parte del ghiacciaio.
Le tracce degli alpinisti che ci hanno preceduto si perdono quando cominciano ad esserci tratti di ghiaccio vivo e un paio di volte dobbiamo tornare sui nostri passi perché le voragini nel ghiaccio ci impediscono di procedere oltre costringendoci a trovare un altra strada. Sembra di essere in un enorme labirinto dove al posto di muri o siepi ci sono profondi solchi che delimitano i percorsi.
Io e Loris seguiamo le tracce del nostro compagno di cordata condividendo con Luca le nostre idee sul percorso migliore da seguire man mano che avanziamo.
Loris ovviamente approfitta delle brevi pause di riflessione per scattare qualche foto col suo 'bolide'.
Trovata la via di uscita dal labirinto di ghiaccio cominciamo ad avvicinarci alle pendici del Bishorn che presenta sul suo lato occidentale un discreto salto di roccia dal quale pendono i serracchi laterali di questo ramo del Turtmann Gletscher.
La traccia della via normale punta invece più a sud risalendo su facili pendii fino alla sella nevosa a quota 3549m.
Dopo quota 4000 metri le pendenze iniziano ad addolcirsi e si vede finalmente il colletto finale con la vetta del Bishorn che si eleva poco più in alto sulla destra.
Per raggiungere la cima del panettone nevoso terminale bisogna superare ancora una crepacciata che sulla sua sinistra offre un ripido passaggio scavato nel tempo delle varie cordate che ci hanno preceduto.
Da quassù é magnifico il panorama che si ha sulla cresta Nord dell'imponente Weisshorn che lo collega alla nostra cima.
Più a sinistra abbiamo invece tutta la maestosa catena del Mischabel con la meravigliosa NadelGrat, il Dom de Mischabel e poi si continua verso destra con una lista considerevole di 4000 che finiscono con le punte del massiccio del Rosa tra le quali ben distinguibili sono la Dufour e i Lyskamm.
La massa degli alpinisti partiti dopo di noi comincia ad avvicinarsi, quindi é il momento giusto di scendere per non rimanere imbottigliati nel passaggio della terminale.
La discesa é molto veloce, ora il sole comincia a scaldare un po' per fortuna e il vento risulta più sopportabile rispetto alla salita quando ci sferzava in maniera antipatica.
Superato anche il tratto finale del Turtmann Gletscher col suo dedalo di crepacci, arriviamo alla Cabane de Tracuit.
Qui con Luca mi prendo qualche minuto per allungare un po' i muscoli delle gambe cercando di dare un po' di sollievo all'inizio di fascite plantare che quest'anno infastidisce il mio piede ormai da qualche mese.
Non sono neanche le 10 di mattina e visto che é troppo presto per mangiare pranzo qui al rifugio decidiamo di scendere e di sfamarci poi a Zinal o in qualche altra cittadina della vallata.
Scendendo mi viene automatico cercare di tanto in tanto il Bishorn con lo sguardo e mi accorgo che da qui si ha un'ottima vista sulla cresta che lo unisce al Weisshorn con il caratteristico gran gendarme di roccia che svetta lungo la linea di collegamento tra i due giganti delle alpi.
...e in breve a Zinal dove approfittiamo di una comoda fontana per fare un po' di 'crioterapia' ai muscoli ancora caldi per la lunga discesa appena compiuta.
Alle 13 siamo alla macchina dove un'ultima sessione di stretching segna la fine delle nostre fatiche.
A Zinal troviamo un sacco di persone e di macchine parcheggiate un po' ovunque perché scopriamo esserci un'importante gara podistica che dalla città di Sierre sale fino a Zinal (ci sono anche alcuni mostri sacri della corsa come Kilian Jornet).
Decidiamo dunque di scendere più a valle in cerca di qualche locale per sfamarci e alla fine lo troviamo nella cittadina di Vissoie.
Ecco allora che di fronte ad un 'dubbio' piatto di maccheroni gratinati con ragù finisce la nostra avventura in territorio svizzero.
La cima é stata purtroppo un ripiego a causa del vento che in questi giorni caratterizza le alte quote delle alpi e del meteo un po' incerto, ma ci ha regalato comunque belle emozioni e riempito gli occhi di panorami memorabili.
Un grazie a Luca e Loris che hanno assecondato la mia sete di 4000 e mi hanno accompagniato ancora una volta in questa trasferta transalpina.