Come ogni anno abbiamo sul calendario una gita 'di famiglia' in montagna.
Quest'anno papà ci tiene a fare un'uscita un po' più impegnativa per conquistare una di quelle cime che ha visto tutta la vita dal basso e non ha mai avuto l'occasione di salire: il Gelas.
Per quanto mi riguarda una decina di anni fa l'ho già salito da San Giacomo di Entracque e mi ricordo bene quanto é lunga la salita (circa 2000 metri di dislivello); spero di ricordarmi bene dove passare nei vari punti della via normale che in quota non é per nulla banale da trovare.
Per la buona riuscita della gita decido di affittare tre mountain bike elettriche che aiutino me, Luca e papà a salire almeno fino al rifugio Soria senza faticare troppo.
Sono le 5 del mattino quando partiamo con la bici da San Giacomo ed é tutto buio pesto. Alla luce delle nostre frontali risaliamo velocemente verso il rifugio, faticando un po' nei pezzi più pietrosi della strada militare, ma alla fine alle 6 leghiamo le bici dietro al Soria-Ellena e partiamo a camminare in direzione del Colle di Finestra.
Dopo una decina di minuti di cammino prendiamo il sentiero che devia a sinistra verso la Pera di Fener, enorme masso posizionato sull'altopiano glaciale ai piedi del Gelas e ex postazione di caccia del re.
Le previsioni non sono bellissime per oggi, ma se arriviamo in cima entro le 10 di mattina dovremmo ancora riuscire a scendere evitando gli acquazzoni pomeridiani.
La nebbia però rimane fitta man mano che saliamo e non accenna a diradarsi rendendo l'oscurità molto più scura in rapporto all'orario.
Con un'infinità di tornanti prendiamo lentamente quota, mentre la nebbia si dirada col passare del tempo...
...fino ad arrivare al bivio che abbandona il sentiero per la Pera di Fener e punta a destra tra sfasciumi alla volta della forcella Roccati.
La forcella Roccati é un passaggio obbligato del percorso e consiste nel risalire un canalone di sfasciumi con vaghi segni di sentieri ormai spazzati via dalle intemperie e mai ripristinati.
Una volta raggiunto il colletto ci si affaccia su un vallone secondario nel quale bisogna scendere per una tentina di metri per poi risalire sul versante opposto nell'ancor più ostico canalino Saint Robert.
Uno sguardo indietro alla forcella Roccati dalla quale arriviamo, sulla sinistra l'imponente anfiteatro roccioso dell'Argentera già ben illuminato dal sole.
La seconda metà del canalino porta ad una strozzatura con un grosso masso incastrato da superare con qualche passo di arrampicata sulla sua destra.
Superato con attenzione il passaggio si arriva in breve al colletto di Saint Robert dove termina l'omonimo canalino e si iniziano a seguire le rocce di sinistra una ventina di metri sotto sotto il filo della cresta Sud-Ovest del Gelas.
Papà e Luca tengono bene il ritmo e risalgono con determinazione l'interminabile rampa di sfasciumi e salti di roccia che caratterizzano questa parte del percorso.
la cresta si impenna negli ultimi 100 metri di dislivello convergendo in un ultimo ripido canale roccioso...
La madonnina in legno é stata cambiata di recente e ora ha uno sguardo più enigmatico, quasi sorridente.
Foto di vetta anche per papà con le montagne francesi da sfondo. Il mare non si vede perché qualche nuvola si é già formata in territorio transalpino e anche dal versante italiano le nuvole cominciano a salire quindi meglio rientrare finché c'é ancora buona visibilità in quota.
Scendiamo per tracce di sentiero in direzione del ghiacciaio sospeso e poi seguendo una vaga cengia verso sinistra, torniamo in cima al canale roccioso dove usiamo anche la corda in qualche tratto per non scivolare sulle rocce lisce di questa parte della via.
Tornati sugli sfasciumi sotto alla cresta SO ripercorriamo a ritroso i nostri passi fino al colletto Saint Robert, nei pressi del quale avevamo lasciato le racchette.
Ancora il passaggio del masso incatrato e poi la fastidiosa discesa degli sfasciumi del Saint Robert fino alla conca sottostante. Risaliamo infine alla forcella Roccati...
...per ridiscendere l'ultimo canale di detriti fino a tornare finalmente sul comodo sentiero GTA proveniente dal rifugio Pagarì.
...fino a tornare al Gias del Prajet e da qui in breve al rifugio Soria dove, dopo un'ottima porzione di agnolotti al sugo di carne, recuperiamo le bici per scendere.