HOMEPAGE WEBCAMS TOUR 360° GITE

Siamo ormai agli ultimi giorni d'estate di questo 2021 e lo 'spettro' delle prime nevi (che chiuderebbero la stagione alpinistica in alta quota) comincia ad affacciarsi nella mia mente. Ecco perché propongo al doctor l'ennesima pazzia.
'Ciao Doc, ci spariamo un'Aiguille de Chambeyron domani mattina?'
'Va bene Dave. Ma per la Dalle Rose?'
'Possiamo provarci, magari ce la facciamo coi tempi'

 

Morale della favola levataccia alle 2:30, ritrovo a Borgo alle 3:00, arrivo a Fouillouse alle 4:30 e partenza nel buio più assoluto alla luce delle nostre frontali.
La chiesetta ha un aspetto spettrale a quest'ora, come tutto il piccolo abitato di Fouillouse.

 

Dopo qualche minuto di cammino ecco il bivio per il refuge de Chambeyron e il Lago dei Nove Colori che prontamente imbocchiamo.
Il sentiero sale con numerosi tornanti facendoci prendere lentamente quota.

 

500 metri prima di raggiungere il rifugio ci facciamo ingolosire da quella che sembra una comoda scorciatoia, ma salendo le tracce si perdono e ci ritroviamo su una cresta 200 metri di dislivello più in alto del rifugio Chambeyron...

 

Non senza difficoltà troviamo un canale di detriti e erba da poter scendere per tornare sul sentiero nei pressi del Lac Premier.

 

Il giochetto ci é costato una quarantina di minuti di ritardo sulla tabella di marcia e 200 metri di dislivello persi, ma non ci facciamo impensierire e ripartiamo a salire con passo costante.
Alle 7 ecco comparire l'Aiguille sfiorata dai primi timidi raggi di sole.

 

Ieri notte é piovuto abbastanza in questa zona e oggi l'aria é bella pulita e i colori della luce sulle cime sono incredibilmente nitidi e caldi.

 

Visti gli zaini pesanti ci concediamo una meritata pausa, anche perché ora arriva la parte più faticosa della gita: risalire il noioso (e pericoloso) couloir Gastaldi.

 

Ed eccoci qua a tagliare da sinistra verso destra l'enorme rampa di detriti mobili in direzione della cengia Bourillon dove comincia la via normale di salita all'Aiguille de Chambeyron.

 

Dopo una ventina di minuti di 'ravanage' (un passo avanti e due passi indietro) eccoci all'attacco della cengia caratterizzato dalla presenza di un enorme masso incastrato che sbarra il cammino.

 

Si supera il masso sulla destra mettendo un po' le mani sulle rocce laterali.

Più che una cengia la Bourillon é una larga rampa inclinata di terra e rocce instabili, faticosa come il Gastaldi da risalire (a questo proposito non so se la pioggia di questa notte abbia aiutato molto con la stabilità dei detriti).

 

Quando si arriva alla fine della cengia questa si stringe fino a diventare larga poco più di mezzo metro.
Con un passaggio esposto si raggiunge l'ometto della foto dal quale si smette di seguire la cengia e si sale dritto per dritto il ripido muretto sovrastante (passi di II forse III) per una decina scarsa di metri.

 

A questo punto della salita si presenta sulla sinistra una cengia pianeggiante da seguire con attenzione per l'esposizione sulla sottostante cengia Bourillon.
Noi nel dubbio ci siamo legati in conserva per precauzione, in fondo cos'abbiamo portato la corda a fare se non la usiamo? :)

 

Dopo una trentina di metri la cengia porta ad una zona di facili rocce inclinate che seguiamo verso l'alto puntando alla breccia Nerot-Vernet ora ben visibile.

 

Ed eccoci alla breccia dalla quale buttiamo uno sguardo sul versante del Marinet

 

Superato ancora un torrione sul versante del Nove Colori, si passa sul versante nord (Marinet) sul quale seguendo cenge e molto intuito si raggiunge un nuovo intaglio della cresta che riporta sulla parete sud della montagna.

 

Da qui la via normale continua verso sinistra in direzione del couloir Gastaldi (che si può attraversare per una rampa in discesa di detriti o per una cengia più alta e esposta), ma noi restiamo nei pressi del filo di cresta per raggiungere l'attacco della via di arrampicata che vogliamo fare oggi.

 

Alle 9 siamo al cospetto della bellissima 'Dalle Rose' ('Placca Rosa' in francese) punto di partenza della via di arrampicata che percorre la cresta Est della montagna e che prende il nome da questo magnifico blocco di granito rosa.

Il granito rosa é inoltre la roccia che caratterizza tutta la via da ora in poi fino in vetta all'Aiguille de Chambeyron passando prima per la punta Orientale e arrivando sulla cima Occidentale, la vetta più elevata a sud del Monviso con i suoi 3412 metri.

 

Non faccio molte foto della via perché sono piuttosto concentrato a non scivolare durante la salita visto che ho dimenticato le scarpette di arrampicata e devo arrampicare con le scarpe da trekking.

Primo tiro molto bello, si sale la placca rosa in diagonale verso sinistra seguendo una spaccatura poi si continua a salire superando un paio di passaggi un po' più tecnici puntando infine verso destra a una sosta con cordone ben visibile già dall'attacco della via (40-45 metri).

 

Secondo tiro si sale una lama di roccia sulla sinistra, si sgamba verso destra per guadagnare l'inizio di una rampa di roccia ascendente in diagonale verso destra.

 

Noi abbiamo abbandonato tale rampa dopo circa 6 metri sfruttando un intaglio sulla sinistra che porta in una zona più abbattuta con una comoda sosta su due chiodi e cordone (30m).

Selfie con il Brec che visto da qui é fantasico!

 

Da questa sosta si vede già la cima Est dell'Aiguille, caratterizzata da granito rosa striato.

Si scende un paio di metri a destra della sosta per tornare sulla rampa rocciosa di poco prima e si continua a seguirla fino a salire dapprima un diedro (legno con maillon attaccato) e poi uno stretto camino che porta sulla Cima Est (meglio togliersi lo zaino negli ultimi 10 metri di camino o ci si incastra).

 

Siamo sulla cima Orientale dell'Aiguille de Chambeyron (sosta3), il panorama si apre verso la vetta vera e propria che dobbiamo ancora raggiungere per cresta con altri tre tiri.

Vado avanti io seguendo fedelmente la cresta fino ad un gendarme più marcato che si aggira per esili cenge sul lato nord. Alla fine dei 60 metri di corda attrezzo una sosta su friend per recuperare il Doc (4° tiro, 60m).

 

Andre mi raggiunge e continua la cresta guadagnando il colletto dove termina il canale Nord dell'Aiguille e poi seguendo sempre sul lato nord una rampa di rocce interrotta da un grosso masso incastrato da superare sulla destra. Da qui Andre piega a sinistra seguendo un breve canalino che in breve fa ririguadagnare il filo di cresta (5° tiro, 60m).

Torno avanti io per l'ultimo tiro, supero frontalmente un paio di blocchi di granito rosa e continuo a seguire la cresta ora più pianeggiante che con qualche saliscendi di divertente arrampicata porta alla croce di vetta (6° tiro, 50m).

 

Sono le 11 e siamo in vetta, sempre emozionante raggiungere la cima di questa bella montagna che da tutti i versanti fa sudare gli alpinisti che intendono salirla.

Non sicuri del meteo del pomeriggio non ci soffermiamo troppo in vetta e dopo una decina di minuti cominciamo la lunga discesa lungo la via normale.

Uno sguardo indietro all'ultimo pezzo di cresta percorso.

 

Per scendere seguiamo i cerchi bianchi che NON indicano il percorso della via normale, bensì una variante più tecnica lungo canalini e ripidi salti di roccia non proprio comodi.

 

Il panorama é sempre spettacolare: Lago dei Nove Colori + Brec de Chambeyron.

 

Traverso in quota sopra alla via normale: si passa sopra al Gastaldi seguendo un percorso poco intuitivo di cenge e canalini sempre seguendo i cerchi di vernice bianca.

 

Ultimo pezzo del traverso dopo aver salito un breve salto di tre metri protetto da un paio di chiodi.

 

Ricongiuntici al percorso di andata torniamo alla breccia Nerot-Vernet dalla quale continuiamo la discesa seguendo la variante della cengia Izoard.
Questa cengia é parallela alla Bourillon, é posta più in alto, é meno detritica, ma é più esposta.

 

Particolare del tratto più esposto della cengia Izoard: passaggio sopra un tratto esposto di rocce lisce protetto da un cordone di sicurezza.

 

Rieccoci nel Couloir Gastaldi a scivolare giù su detriti muovendoci con cautela, ma allo stesso tempo con velocità per toglierci dalle potenziali scariche di pietre frequenti in questo canalone.

 

Fuori dalle difficoltà, tempo di togliere gli imbraghi e rimettere la corda nello zaino.

 

Comincia la discesa...

 

...su comodo sentiero.

 

Passiamo dal rifugio Chambeyron...

 

...e continuiamo giù, stavolta seguendo il giusto sentiero...

 

...fino a tornare nel fondovalle.

 

Riecoci al primo bivio di questa notte.

 

E' bello vedere Fouillouse con il sole...

 

...anche la chiesetta ha tutto un altro aspetto di giorno!

 

Sono le 15 e siamo alla macchina. Un po' di stanchezza, ma soprattutto tanta soddisfazione per la bella gita.
L'ennesimo sogno nel cassetto realizzato, come d'abitudine in compagnia dell'instancabile doctor che sempre mi segue in queste imprese faticose ma appaganti!