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Venerdì sera si parte dopo lavoro, direzione: Rifugio Dante Livio Bianco!

 

Oramai la stagione estiva é finita e stasera si dormirà nel bivacco invernale del Dante Livio Bianco.

 

Carichi come dei muli cominciamo a salire.
L'obiettivo dell'indomani é ambizioso: cresta Est del Monte Matto, un sogno nel cassetto che abbiamo in testa già da qualche anno.

 

In due orette scarse raggiungiamo il Lago Inferiore della Sella dove sorge il rifugio.

 

Ormai é buio e con le frontali cerchiamo l'ingresso del locale invernale.

 

Sistemiamo i sacchi a pelo e consumiamo una cena spartana: per me riso e tonno preparati a casa la sera prima.

 

La notte passa veloce e alle 5e30 é ora di alzarsi!

 

Tra la colazione e la preparazione degli zaini partiamo a camminare alle 6e15 con le frontali. Fuori é ancora parecchio buio, ma i primi bagliori cominciano a intravvedersi in lontananza.

 

Saliamo nel selvaggio vallone del Latous su sentiero ormai in disuso facendo anche qualche incontro poco rassicurante.

 

Giunti al primo laghetto si lascia il sentiero per piegare decisamente più a destra risalendo il ripido versante fino ad entrare in un valloncello superiore che passa alle pendici della parete Nord del Monte Matto.

 

Superato il primo risalto di sfasciumi si entra in una seconda conca (l'ultima per fortuna) che porta al colletto denominato Drouveron del Matto (2715 m).

 

Una volta raggiunto il colletto lo spettacolo é mozzafiato...
Il panorama si apre sul gruppo delle Aste e sulla Serra dell'Argentera mentre il primo sole della giornata comincia timidamente a scaldare le nostre mani infreddolite.

 

Io e il Doc ci prendiamo tre quarti d'ora buoni di pausa per goderci il panorama, prepararci all'arrampicata e riprenderci dallo strappo che abbiamo fatto per arrivare fin qui (1.45 ore dal rifugio).

 

Andre é caldo e vuole subito aggredire il primo salto di roccia. Facciamo un tiro di una ventina di metri per superarlo.

 

Dopo qualche metro di cresta orizzontale si attacca un nuovo salto.
Seguendo la relazione cerchiamo di usare una vaga cengia ascendente verso sinistra per poi tornare dopo pochi metri verso destra guadagnando nuovamente il filo di cresta.

 

Riprendendo a salire abbastanza fedelmente il filo di cresta mi accorgo di essere fuori strada rispetto alla relazione poiché incontro difficoltà maggiori di quelle descritte.
Trovo un paio di friend incastrati e un nut e finalmente riesco ad uscire da questo tratto 'antipatico'.

 

Procediamo ora in conserva superando una serie di salti su ottima roccia, ma sui quali patiamo la pesantezza degli zaini (ramponi, piccozze, scarponi e altri ammennicoli che sarebbe stato meglio lasciare al rifugio stamattina).

 

Il primo grande risalto della cresta cominciato dal Colletto del Drouveron sembra non finire mai. Si passa in posti spettacolari circondati da un ambiente grandioso: alla nostra destra il vallone del Latous con il rifugio in lontananza e a sinistra le Terme di Valdieri 1400 metri più in basso.
La roccia é ottima, ma spesso é estremamente lichenata e il rischio di scivolare anche con le scarpette da arrampicata é elevato se non si fa attenzione.

 

Alla fine dopo un paio d'ore guadagnamo la cima del primo risalto, percorriamo una ventina di metri di cresta orizzontale e raggiungiamo l'inizio del secondo grosso salto roccioso che ci porterà direttamente sulla cima Est del Monte Matto.

 

Seguendo la relazione scendiamo nel canalone di sfasciumi a sinistra seguendo poi una cengia rocciosa fino ad una zona di rocce rossastre.
Qui Andre torna in testa e risale da primo un leggero diedro che con qualche passaggio un po' più impegnativo ci riporta in cresta nei pressi di un caratteristico fungo di roccia rosso.

 

Torno avanti io, si prosegue nuovamente in conserva e superando salti rocciosi sempre meno impegnativi arriviamo in vista della vetta.

 

Sono le 12 e siamo in vetta alla cima Est del Monte Matto. La cresta ci é piaciuta moltissimo e il meteo oggi é stato perfetto.

 

Ora però ci aspetta l'interminabile rientro verso Sant'Anna di Valdieri.

 

Scendendo incontriamo i laghetti del Matto, molto belli.

 

Piano piano raggiungiamo la cascata originata dall'emissario del Lago Soprano della Sella.

 

Scendendo il Livio Bianco si comincia ad avvicinare come un miraggio.

 

Alle 14:30 siamo al rifugio dove sono venuti ad aspettarmi i miei genitori.
Andre ha il tempo contato e dopo una breve sosta ricomincia la discesa mentre io prolungo ancora un po' la sosta al rifugio.

 

Alle 15 comincio a scendere anch'io coi genitori ora (fortunatamente) con molta più calma.

 

Arrivare a Sant'Anna é un'emozione perché la strada di ritorno dal rifugio sembra sempre interminabile.
Tanta soddisfazione per una cresta davvero selvaggia e per questo emozionante. Solo noi per tutto il percorso dal rifugio alla vetta.
Giornate top!!