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Venerdì 9 Agosto, si torna in pista per una nuova avventura. Dopo il tentativo sul Rosa di settimana scorsa stavolta rimaniamo sulle nostre Alpi Marittime e più precisamente nella zona del Pagarì.
Partenza presto da San Giacomo di Entracque ma neanche troppo perché tanto avremo ben due giorni a disposizione per scorrazzare sulle creste di confine con tutta calma.

 

A questo giro l'idea principale é quella di percorrere la cresta Est della Maledia, una via non difficile sulla carta ma che crediamo possa regalarci grandi soddisfazioni per la bellezza e la selvatichezza dell'itinerario.
In breve raggiungiamo l'interminabile Pra del Rasour che coi suoi sali e scendi ci porta sempre più in direzione della Punta de l'Agnel che svetta solitaria in fondo alla vallata.

 

L'avvicinamento al rifugio Pagarì continua sul lato sinistro orografico ignorando dapprima la deviazione che sale verso il Lago Bianco del Gelas e sfruttando il Passo Sottano del Muraion poi.

 

Si continua per innumerevoli tornanti del sentiero fino a raggiungere la conca dove sorge il Pagarì (2650 m) che raggiungiamo alle 11:30. E' sempre una gioia raggiungere questo rifugio così remoto dopo tanto scarpinare e Andre giustamente non la nasconde!

 

Le bandierine che adornano il rifugio sono solo uno dei segni caratteristici del posto. Un'altra peculiarità molto apprezzata é la cucina di Aladar che gusteremo con piacere questa sera al ritorno dalla spedizione.
Per il momento chiediamo al gestore se può prepararci un piatto di pasta al volo per assimilare di nuovo un po' di carboidrati.

 

Ripuliti i piatti di pasta e buttati i sacchi a pelo sui letti in modo da avere già il posto occupato per stasera, ci avviamo sul sentiero che conduce al Passo di Pagarì.
Dal Passo di Pagarì pieghiamo a destra lungo la linea del confine italo-francese dapprima costeggiando le magnifiche linee di trincea in pietra ancora presenti su questo valico e poi seguendo fedelmente la cresta denominata Serra Pagarì che collega il passo da cui stiamo salendo alla Maledia.

 

Sul lato francese la Serra Pagarì é decisamente più percorribile rispetto al lato italiano sul quale precipita a picco sul sottostante Ghiacciaio del Pagarì.
Davanti a noi comincia a vedersi il salto deciso dove comincia la cresta Est della Maledia.

 

All'una e mezza siamo all'attacco della cresta. Ci leghiamo velocemente e cominciamo la salita del primo salto roccioso.
Il meteo che é stato perfetto fino ad ora comincia a peggiorare e quindi é meglio sbrigarsi.

 

Le difficoltà sono concentrate tutte sul primo tiro dove un passaggio di IV sbarra la strada con un salto verticale di rocce più impegnativo. Un cordino lasciato in loco aiuta a tirarsi su se usato come staffa per il piede.
Da qui in poi la cresta diventa facile e divertente.

 

Si superano una serie di torrioni sempre seguendo abbastanza fedelmente il filo di cresta.
Nonostante le nuvole la cavalcata é spettacolare: a destra la parete precipita sul Ghiaggiaio del Pagarì col rifugio sempre visibile 400 metri più in basso, mentre a sinistra la parete scende vertiginosa sulla pietraia sottostante e poi nel Lac Long.

 

Dopo innumerevoli sali e scendi ecco che arriviamo in vista del torrione finale con le caratteristiche due croci.
Io e Andre siamo in vetta alla Maledia per la seconda volta di quest'anno dopo la gita scialpinstica di fine Marzo che era stata anche quella una gran bella avventura sugli sci.

 

Panorama verso il Lago Bianco del Gelas che si scorge in lontananza ancora illuminato dal sole.

 

Dopo qualche foto cominciamo a scendere sul alto Nord-Ovest della montagna ovvero lungo la via normale.
In breve siamo sui nevai di base e da qui al Colletto Muraion.

 

Per tornare al rifugio tentiamo di scendere nel canalino della Maledia tenendoci sul suo lato orografico sinistro, ma la neve e le roccette instabili sui bordi ci fanno desistere e risaliamo per cercare un'altra opzione.

 

Decidiamo allora di continuare per cresta lungo tutta la serra del Caire Muraion fino all'ultima elevazione dalla quale un sistema di cenge dovrebbe aiutarci a tornare sul sottostante Ghacciaio di Pagarì.

 

Andrea in vetta al Caire Muraion con dietro la traccia del percorso che abbiamo seguito per effettuare la traversata della Maledia.

 

La cavalcata per cresta continua lungo i torrioni del Muraion.

 

Siamo ormai alla fine di questa seconda lunga cresta, Andre affronta gli ultimi passaggi con movimenti degni del Walter Bonatti dei giorni migliori.

 

Come previsto un sistema di cenge ci permette di scendere dall'ultimo torrione verso il ghiacciaio con un taglio netto in diagonale verso destra (faccia a valle).
In breve scivoliamo sui lenzuoli di neve che resistono nel fondo del vallone e arriviamo nuovamente al rifugio Pagarì.

 

Dopo la deliziosa cena preparata da Aladar facciamo ancora due passi davanti al rifugio per ammirare le ultime luci del tramonto su questo ramo di alta Valle Gesso.
Domani in tarda mattinata ci raggiungeranno anche Gabriele e Raffaele per fare un giro assieme.

 

Dopo una notte di meritato riposo ci alziamo di buonora il mattino seguente. L'alba é sempre uno spettacolo da gustare al Pagarì con il sole che comincia ad illuminare la punta della Maledia e poi scende coi suoi raggi scaldando l'intera parete fino a giungere, infine, al rifugio.

 

Dopo un'abbondante colazione a base di spalmate di marmellata di mirtilli, rimettiamo gli zaini a spalle e torniamo nuovamente al Passo del Pagarì. I nostri amici arriveranno più tardi quindi abbiamo deciso di approfittarne per fare ancora una breve cresta che mi ha sempre affascinato: quella che dalla cima Pagarì corre affilata verso la cima di Peirabroc.
Dal passo pieghiamo questa volta a sinistra e seguendo tracce di sentiero giungiamo in breve sulla Cima Pagarì (2908 m).

 

Da qui ci leghiamo e cominciamo a percorrere in conserva la divertente cresta che porta sulla Cima di Peirabroc.
I primi metri di cresta sono abbastanza agevoli e procedono in leggera discesa verso un intaglio posto tra le due cime.

 

Raggiunto questo colletto la cresta riprende a salire decisa e si affila sempre di più

 

Uno sguardo indietro: in verde la cresta appena percorsa dalla Cima Pagarì, in rosso il giro fatto ieri (traversata Maledia + traversata Muraion).

 

Autoscatto in vetta al Peirabroc.

 

Il Clapier di fronte a noi, probabile prossima meta di giornata insieme a Raffa e Gabry che ormai dovrebbero già essere quasi al Passo di Pagarì per l'appuntamento.

 

Torniamo sulla Cima Pagarì ripercorrendo a ritroso la magnifica cresta.

 

Riposto cordame e attrezzatura varia negli zaini ridiscendiamo al Passo di Pagarì dove effettivamente sono già arrivati Gabriele e Raffaele e stanno riprendendo fiato dopo la sfacchinata che si sono fatti da San Giacomo.
Dopo esserci salutati e raccontati le rispettive ascensioni decidiamo di continuare la gita di oggi andando a salire il Clapier.

 

Da qui salire il Clapier significa scendere in territorio francese per 250 metri di dislivello circa, attraversare l'interminabile pietraia alla base del Peirabroc seguendo gli ometti e risalire infine l'ampio scivolo di detriti che caratterizza il versante sud del Clapier.

 

Detto fatto, dopo un'oretta di scarpinata su pietrame, eccoci in vetta al Clapier.

 

In cima tira u'arietta discreta e dopo un paio di foto veloci ci ripariamo come meglio riusciamo sfruttando i muretti di pietra costruiti nei pressi della vetta per bivaccare.

 

Quando ariva il momento di scendere vado col doc a dare un'occhiata alla via di salita della vicina cima di Asquasciati che risulta però essere una crestina abbastanza esposta e noi siamo senza corde, quindi sarà per la prossima volta.
La degna conclusione della spedizione é il pranzo a base di polenta concia che ci mangiamo tutti insieme una volta tornati al Pagarì!

 

Dopo una bella siesta sulle rocce antistanti il rifugio, arriva l'ora di scendere l'infinito sentiero che porta a San Giacomo di Entracque.
Che dire, gran due giorni 'plaisir' in zona Pagarì con il doc e oggi anche con Gabri e Raffa. Soddisfazione per le cime scalate e ottimo riscatto a livello mentale dopo la ritirata di sabato scorso sui Lyskamm che aveva lasciato l'amaro in bocca a me e Andrea.