Questo venerdì scappo dal lavoro a mezzogiorno e corro a casa a preparare le ultime cose per la spedizione sul Gran Paradiso che abbiamo pianificato all'ultimo io e Andre. Detto fatto alle 12:30 il Doc arriva in macchina, carichiamo armi e bagagli e sfrecciamo in autostrada in direzione della Val d'Aosta
Arriviamo a Pont alle 16 precise, prepariamo gli zaini (leggeri come sempre) e ci avviamo sul sentiero che porta verso il rifugio Vittorio Emanuele II.
Il sentiero sale ripido nel boschetto e ci fa guadagnare quota velocemente.
Il meteo oggi non é dei migliori, le nuvole ci accompagnano e un'arietta insistente soffia dall'alto.
Dopo un'oretta e mezzo di cammino eccoci in vista del rifugio Vittorio Emanuele II che risulta parecchio affollato rispetto ai nostri rifugetti del Cuneese.
Sistemiamo gli sci e gli scarponi nell'ingresso della struttura e saliamo in camera a sistemare zaini e sacchi letto.
Le camere (o almeno la nostra camera) risultano davvero strettine con due letti a castello uno di fronte all'altro e sono ancora tutte in legno fatte alla maniera di un tempo dando al rifugio un sapore di alpinismo d'epoca che non ci é per nulla dispiaciuto.
La cena viene servita alle 19 e visto che siamo solo in due i gestori ci hanno messi a tavola con altre due ragazze svizzere che conosciamo nell'arco della serata.
La cena é stata ottima, a parte un audace stinco servito con peperoni che tutti e quattro abbiamo trovato un po' duretto. Consci però di trovarci in un rifugio non ci siamo formalizzati più di tanto e abbiamo divorato tutto lo stesso (con tanto di scarpetta).
Dopo cena mi confronto col gestore del rifugio in merito alle condizioni meteo di domani visto che é da un paio di ore che fuori diluvia a dirotto e non so come potrà essere la neve domani per salire con gli sci.
Il gestore mi rassicura dicendomi che la finestra di bel tempo al mattino ci sarà e quindi di tentare, ottimo!
Non ci dilunghiamo più di tanto con le due nuove amiche elvetiche e preso ancora un caffé veloce andiamo a dormire che domani si parte (relativamente) presto.
La sveglia suona alle 4e30, ma la rimandiamo un po' di volte prima di alzarci. Guardando dalla finestra si vedono già le cordate più mattiniere che partono con l'ausilio delle luci frontali.
Alle 5 finalmente riusciamo a vincere il sonno e a trascinarci in mensa per far colazione a base di fette di pane e nutellini/marmellate.
Torniamo poi in camera per prepararci e compattare in uno zaino da lasciare in rifugio tutte le cose superflue.
Fuori fa frescolino, ma finalmente i primi bagliori di luce cominciano a rischiarare il panorama.
La notte la temperatura é rimasta alta e la neve non ha rigelato e risulta 'sfondosa' tanto che senza sci ci troviamo a sprofondare anche di mezzo metro nei pressi del rifugio.
Dopo un po' di acrobazie riusciamo a calzare gli sci e alle 5:40 partiamo lungo la traccia di salita.
La finestra di beltempo effettivamente sembra esserci e il panorama mano a mano che saliamo é sempre più grandioso.
Superiamo una prima rampa che dal rifugio salendo verso sinistra immette in un'ampia conca nevosa che con salita graduale ci avvicina agli avancorpi roccosi del Gran Paradiso.
Fortunatamente la neve migliora salendo e la nostra scelta di salire a sci si rivela azzeccata perché procediamo spediti senza sprofondare come faremmo con i ramponi.
Al termine della conca nevosa la traccia di salita piega decisamente verso destra risalendo un primo salto nevoso un po' più ripido.
Una volta superatolo la traccia diventa più pianeggiante, ma la neve comincia ad essere ghiacciata, é arrivato il momento di mettere i 'coltelli' agli sci!
Un secondo ripido salto nevoso ci fa ora piegare verso sinistra. La salita comincia ad essere più scomoda a causa del pendio ghiacciato che richiede un po' di attenzione con gli sci, specialmente quando si fanno le 'gucce'.
Una volta in cima al salto il percorso si addolcisce e ci porta in vista del Moncorvé, una caratteristica cima caratterizzata da due guglie rocciose gemelle.
Durante la salita abbiamo superato un po' di cordate e siamo oramai in vista degli alpinisti più mattinieri (quelli partiti alle 4:45) che si stanno coprendo coi gusci visto il vento gelido che comincia a soffiare.
La stanchezza comincia a farsi sentire, ma decidiamo di non soffermarci più di tanto.
Ci copriamo per bene anche noi e ripartiamo quasi subito perché abbiamo già voglia di arrivare in punta, soprattutto ora che si incomincia ad intravvedere (molto in lontananza) la madonnina della vetta.
Ci aspetta l'ultimo salto di neve un po' più ripido che ci immetterà nell'altopiano sommitale, raccogliamo le ultime energie e partiamo.
Dopo qualche inversione ecccoci sul falsopiano sommitale, stringiamo i denti e battendo la traccia con gli sci ci dirigiamo alla sella nevosa dove dovremo mettere i ramponi.
Olé, alle 9:10 raggiungiamo la sella, é fatta! La parte più impegnativa é passata, ora bastano solo più una ventina di metri di cresta da fare coi ramponi e siamo in vetta!
Col doc già ci abbracciamo e festeggiamo, ma ecco l'imprevisto: nel tempo necessario per toglierci gli sci e mettere i ramponi siamo obbligati a lasciar passare le due cordate di francesi sorpassate a Moncorvé con relative guide.
Risultato: quaranta minuti di orologio ad aspettare che una decina di persone (non molto esperte) riescano a percorrere i venti metri di cresta e a tornare indietro.
Pazienza, col Doc ci leghiamo e aspettiamo pazientemente il nostro turno sotto ad un vento freddo e insistente.
Alla fine arriva il nostro turno e alle 10 eccoci in cima al Gran Paradiso!!
Gran soddisfazione non solo per il fatto che é un nuovo 4000 da aggiungere alla nostra collezione, ma soprattutto per averlo raggiunto con gli sci, nostro mezzo di locomozione preferito in montagna!
Dopo un paio di rapide foto di vetta torniamo velocemente sui nostri passi parché altri alpinisti stanno arrivando. Raggiunta nuovamente la sella nevosa togliamo pelli e coltelli agli sci, blocchiamo gli scarponi e giù a tutta verso il rifugio.
Pausa a Moncorvé per fotografare il meraviglioso ambiente nevoso ora ben illuminato dalla luce del sole.
Dopo venti minuti siamo già nella conca che abbiamo salito stamattina presto, qui la neve é fantastica e io e il Doctor ce la godiamo con ampie curve gridando come dei pazzi con profondo stupore degli alpinisti intenti a salire.
Una volta sulla balconata del rifugio mettiamo sci e scarponi ad asciugare e poi ci svacchiamo sulle panchine a goderci il sole. Le due amiche conosciute ieri sera nel frattempo ci raggiungono portandoci addirittura da bere un paio di estathé.
Ci raccontano che in mattinata hanno provato anche loro a salire un po' con le ciaspole in direzione del Gran Paradiso e che si fermeranno ancora al rifugio pure stanotte.
Pazientemente aspettiamo mezzogiorno per mangiare una buona polenta calda tutti assieme.
Nel mio caso ho preso una polenta Valdostana (con la Fontina), una bomba!!
Ancora un caffettino e poi si torna alla realtà: nel pomeriggio danno brutto tempo, quindi ci conviene scendere visti anche i nostri impegni serali (nel mio caso serata messicana a Torino).