Anche oggi risalgo la Val Maira in compagnia di Andrea per andare a tentare una bellissima via storica che risale la Torre Castello dalla sua estetica parete Sud: lo Spigolo Castiglioni.
Parcheggiamo alle 7:45 dalla casa del pastore e risaliamo di buona lena il sentierino che ci porta a Grange Collet prima e poi su fino al Colle Greguri.
La salita sembra un 'déjà vu' perché proprio settimana scorsa abbiamo fatto la stessa strada per arrivare all'attacco dello Spigolo Maria Grazia e la via di oggi parte, neanche a farlo apposta, sulla stessa parete pochi metri più a sinistra.
Alle 9 siamo legati e pronti a partire alla volta del Camino Est: via d'accesso alla Forcella Provenzale posta tra Punta Figari e Torre Castello. Da qui continueremo poi sullo Spigolo Castiglioni vero e proprio.
Comincio a salire io. Il primo tiro é abbastanza facile, qualche sporadico spit mi indica grossomodo la linea da seguire tra le varie cenge della parete portandomi praticamente sotto la verticale del camino dove si trova la prima sosta.
Da qui recupero Andre che sale veloce come un fulmine.
Come da previsioni la giornata sembra spettacolare, il tempo ideale per affrontare questa lunga via che non sappiamo ancora quanto tempo ci porterà via per risalirla.
Andre parte per il secondo tiro addentrandosi nel cammino vero e proprio.
Il camino Est é umido e completamente sprotetto (nessun chiodo trovato a parte lo spit iniziale che però appartiene alla Fessura Brunilde). Andre lo risale integrando con un bel po' di friends e fettucce fino ad attrezzare una sosta su due grossi massi nei pressi della Forcella Provenzale.
Lo raggiungo recuperando tutta la ferramenta del caso e proseguo per quello che dovrebbe essere il terzo tiro della salita.
Dalla Forcella Provenzale comincia lo Spigolo Castiglioni vero e proprio: un elegante cresta che va ad appoggiarsi sullo spigolo Sud-Est della Torre Castello per poi proseguire decisamente più verticale sugli ultimi tre tiri che portano in piena parete Sud.
Risalgo il terzo tiro sul lato Ovest della cresta che offre più appigli rispetto al versante Est decisamente più verticale.
Dopo una ventina di metri sfrutto una sosta intermedia posta sotto un caratteristico sperone giallo-grigiastro per recuperare Andrea.
A mio avviso da qui é più facile tener sott'occhio il compagno che risale la cresta e anche le corde dovrebbero tirare di meno.
Vado ancora avanti io per questo quarto tiro. Ora ci si deve spostare di nuovo sulla ripida parete Est...
Salgo a destra dello sperone sotto cui siamo arrivati in sosta e salgo verticalmente sfruttando una buona fessura lungo la quale trovo un paio di chiodi e che mi riporta in breve sul filo cresta nei pressi di un'altra sosta.
Ignoro tale sosta e proseguo in diagonale verso destra su una placca liscia da risalire in Dulfer sfruttando la fessura posta tra essa e la parete.
Riguadagno nuovamente il filo di cresta poco più in alto e da qui mi si pone un dilemma.
Continuare sul filo di cresta apparentemente abbastanza esposto o tagliare in piena parete Est in direzione di quella che sembra essere in lontananza una sosta della Fessura Brunilde?
Alla fine decido di seguire una piccola cengia rocciosa che porta in direzione della Fessura Brunilde.
Per fortuna dopo una decina di metri di traverso incontro un sistema di lame di roccia che salgono verso la cresta.
Le seguo integrando ogni tanto con qualche fettuccia fino a uscire nuovamente in cresta.
Il terreno ora é decisamente più tranquillo. Seguo i salti di roccia ed erba che in breve mi portano alla sosta del nostro quarto tiro sotto il muro verticale della Torre Castello.
Da qui recupero Andre che mi raggiunge in sosta. Ora resta la parte più impegnativa della via, gli ultimi tre tiri con passaggi di V che portano in vetta alla Torre Castello.
Il morale é alto, e anche se l'ora comincia a essere tarda Andre parte all'attacco del quinto tiro.
La linea di salita si sposta nuovamente sulla parete Est della Torre risalendo un sistema di placche abbastanza ostico con chiodi sparsi qua e là che non aiutano a capire bene quale sia la linea di salita corretta.
Noi saliamo dritto per dritto poco a destra dello spigolo e dopo una ventina di metri ci riportiamo sul filo dello spigolo trovando la vecchia sosta a chiodi con catena.
Andre la supera ancora salendo di un'ulteriore decina di metri su terreno maestoso ma esposto fino alla nuova sosta a spit.
Raggiungo Andre a mi preparo psicologicamente al prossimo tiro: il famoso 'traverso' che dallo spigolo della Torre taglia deciso a sinistra portando lo scalatore in piena parete Sud.
Ci ha raggiunto nel frattempo un'altra cordata costituita da una scalatrice e da un istruttore CAI.
Quest'ultimo dice di conoscere il percorso e di aver installato lui stesso alcune soste qualche anno fa. Mi consiglia in particolare durante il traverso di abbassarmi di alcuni metri per poi risalire verso la sosta.
Fidandomi della sua descrizione comincio il traverso. Prima salgo rinviando uno spit e un chiodo, poi comincio a traversare verso sinistra seguendo una piccola fascia rocciosa con pochi appigli e ancora meno chiodi...
Come da descrizione comincio ad abbassarmi di un paio di metri sempre seguendo quella che credo essere la giusta linea.
Morale trovo un solo chiodo su 20 metri di traverso senza possibilità di integrare vista la compattezza della roccia.
Alla fine trovo una benedettissima sosta a spit (che scoprirò poi essere la S5 della via Fornelli) alla quale mi attacco tirando un sospiro di sollievo.
Mentre recupero Andrea l'istruttore CAI parte a sua volta per affrontare il traverso e in maniera quasi canzonatoria giunto a metà traverso, comincia a salire seguendo una linea più alta rispetto alla nostra, in perfetta controtendenza a ciò che mi aveva indicato di fare (scendere di qualche metro lungo il traverso).
Pazienza, cerco di non arrabbiarmi, finisco di recuperare Andrea e riparto per cercare di tornare sulla giusta strada. Salgo un breve diedro appigliato ed effettuo un altro piccolo traverso verso destra di una decina di metri, raggiungendo la vera sosta della via Castiglioni.
Nel frattempo l'altra cordata é già ripartita lungo quello che dovrebbe essere l'ultimo tiro della via (7° tiro).
A metà tiro la ragazza trova però un'altra sosta posta più a destra rispetto alla linea di salita e decide di raggiungerla per far scalo. Poco male, vado ancora avanti io e tagliando un po' più direttamente verso la nuova sosta raggiungo la ragazza e l'istruttore mentre la forza nelle braccia comincia ad abbandonarmi.
Per l'ultimo tiro torna avanti Andre perché ho le braccia ormai 'ghisate' dopo il tiro del traverso (consiglio banale: evitare assolutamente di cadere lungo il traverso per scongiurare lunghi 'pendoli' oltre al rischio che i chiodi non reggano il peso di un'eventuale caduta).
Con un ultimo sforzo Andre esce finalmente sul plateau sommitale della Torre Castello e tira un urlo liberatorio. Ripreso il controllo della situazione si ancora alla sosta e mi comincia a recuperare. Gioia e felicità all'arrivo in vetta, grande soddisfazione per aver chiuso questa via di arrampicata che ritenevamo un po' fuori dalla nostra portata.
Sono ormai le 14 e dobbiamo scendere.
Con una doppia da 30 metri scendiamo all'intaglio tra Rocca e Torre Castello (Forcella Castello).
Da qui risaliamo in conserva le rocce che portano sotto il castello sommitale della Rocca e da qui in breve tagliamo in direzione della penultima sosta della Diagonale Est che useremo per scendere in corda doppia.
Nonostante l'affollamento causato dalla presenza dei consueti corsi CAI, riusciamo a tornare alla base della Rocca Castello.
Recuperati gli zaini torniamo veloci al Colle Greguri e da qui cominciamo a scendere verso Grange Collet.