Questo weekend sembrava compromesso fin dall'inizio a causa del meteo avverso che si prospettava nelle nostre vallate, ma spostandoci in territorio francese ecco che siamo riusciti contro ogni previsione a trovare una giornata spettacolare.
L'obiettivo di oggi sono le Tenailles de Montbrison, una coppia di arditi torrioni lungo i quali corrono una moltitudine di vie di arrampicata. La via che percorreremo é quella dell'éperon Renaud (6a/6b) una bella cavalcata di una dozzina di tiri.
Oggi sono nuovamente in compagnia di Meo Brondino e del suo amico Cege Ravaschietto che ci darà una grossa mano nei due tiri più impegnativi della via: il primo (Départ Direct) caratterizzato da un paio di tettini tutt'altro che banali e il tiro della Fessura Renaud, una placca verticale percorsa da una caratteristica fessura parecchio unta a causa dei ripetuti passaggi.
L'avvicinamento richiede un'oretta e mezza circa. Posiamo gli zaini nei pressi delle ultime macchie di alberi e poi raggiungiamo l'attacco della via muniti del solo materiale di arrampicata.
Il primo tiro é subito impegnativo, un 5c/6a caratterizzato da due tettini poco appigliati. Tale tiro sarebbe in realtà evitabile percorrendo una cengia posta poco più in alto, ma avviamente per i miei compagni di scalata la via va completata da cima a fondo senza scorciatoie.
I tiri successivi sono decisamene più abbordabili. L'ambiente é spaziale e la via spesso torna sul filo dello sperone regalandoci scorci mozzafiato sulle pareti limitrofe e sulla valle sottostante.
Dopo sette tiri circa (alcuni concatenati) raggiungiamo la cima del primo torrione della via.
Da qui cominciamo a scorgere quello che sarà il tiro chiave della via, un'ostica fessura di una trentina di metri valutata 6a/6b.
Dopo una breve calata in doppia ad un colletto, cominciamo a risalire il torrione successivo con un tiro di una trentina di metri, giungendo in breve alla base della Fessua Renaud.
Dietro di noi é ben visibile la cima del primo torrione con la sua particolare forma a fungo.
Ci siamo, é il tiro chiave. Cege lo attacca da primo e ragionando passo dopo passo riesce poco alla volta ad aprire il tiro raggiungendo la sosta.
Io e Meo partiamo a nostra volta e dopo una svariata serie di pause e imprecazioni, riusciamo anche noi a superare la fessura e a raggiungere Cege in sosta.
I tiri successivi sono meno duri, ma comunque non scontati, soprattutto il penultimo che passa in un camino molto fisico superabile in dulfer.
Alle 14e30 finalmente sbuchiamo in cima dove facciamo le foto di rito e ci riorganizziamo velocemente per scendere alla base delle Tenailles.
Con una doppia di un cinquantina di metri eccoci arrivare sui pendii posti dietro la montagna. Il tempo di sistemare le corde e poi giù verso gli zaini a passo spedito.
Scendendo lungo il sentiero, l'occhio cade sulla linea dello sperone seguito in arrampicata, davvero elegante.