Dopo una settimana di lavoro impegnativa, ecco che con Andre sono riuscito ad organizzare una due giorni in alta valle Gesso. Saliamo venerdì pomeriggio dopo lavoro e senza preavviso passiamo dal meteo torrido di Cuneo alla pioggia scrosciante della Valle Gesso.
Questo potrebbe essere un bel problema perché se vogliamo salire il Corno Stella domani, l'umidità in parete non ci darà certo una mano.
Nonostante alcuni attimi di incertezza iniziale decidiamo comunque di salire al rifugio Bozano e di valutare poi l'indomani cosa fare.
La pioggia é a tratti battente e inquietanti tuoni ci accompagnano lungo tutto il percorso, ma alla fine dopo un'oretta e un quarto di cammino raggiungiamo il Bozano bagnati fradici.
Messi ad asciugare i vestiti ci riscaldiamo subito con l'ottima cena che ci ha preparato Marco. Siamo a tavola con due ragazzi Liguri che domani tenteranno la via 'Opinioni di un clown (6b)' al momento ancora assolutamente fuori portata per me e Andre.
Dopo cena passo ancora un po' di tempo a studiare la relazione della De Cessole, la via normale al Corno che proveremo domani. L'anno scorso infatti avevamo percorso una variante nella parte alta che ci aveva portato fuori strada.
La notte passa tranquilla e sia io che Andre riusciamo a dormire bene a differenza di settimana scorsa alla capanna Gnifetti dove avevamo patito il caldo assurdo dovuto alle camerate sovraffollate.
Il giorno seguente il meteo é perfetto e da previsioni sappiamo che le precipitazoni arriveranno verso le 14, dovremmo avere quindi tutto il tempo di chiudere la via.
Dopo colazione cominciamo a risalire ramponi ai piedi il nevaio posto sotto il Corno, al termine del quale posiamo gli zaini e tutto il superfluo per proseguire leggeri sulla cengia mediana del Corno Stella.
Da qui in poi le foto saranno poché perché una fitta coltre di nuvoloni ha cominciato a risalire dal fondovalle e per evitare di prender pioggia io e Andre siamo saliti il più velocemente possibile mettendo in secondo piano anche il discorso fotografie.
Il primo tiro lo apro io ed é semplicemente mistico perché il camino di V é bagnato marcio e poggiando il peso sul piede destro prego che la scarpetta tenga sulla roccia liscia e bagnata sennò faccio un voletto di qualche metro che preferirei evitare...
Per fortuna tutto va liscio e raggiungo la sosta. Il secondo tiro é di Andre: diedrino ascendente verso sinistra. Terzo tiro: comincia il traverso (anche qui bagnato nella parte iniziale); quarto: Andre completa il traverso e risale il caminetto dopo la vena di quarzo.
Quinto tiro: sbaglio strada immettendomi su un'invitante cengia a destra che però termina contro strapiombi. Torno indietro e risalgo le placche rocciose sopra la sosta, supero un breve camino e raggiungo dopo qualche metro la sosta.
Siamo al tiro chiave, il Mauvais Pas, che Andre apre egregiamente cercando continuamente gli spit un po' nascosti che segnalano la via da seguire e in breve siamo entrambi sulla cengetta erbosa della sosta successiva.
Settimo tiro: qui ci eravamo sbagliati volta scorsa tagliando verso sinistra dopo aver risalito la fessura e superato il tettino seguente. Questa volta tiro dritto per dritto risalendo la parete e trovando per fortuna qualche chiodo qua e là fino alla sosta!
Ottavo tiro: Andrea risale un lungo canale verso sinistra che porta le nostre corde da sessanta metri al limite della lunghezza.
Nono tiro: procedo ormai per facili placche inclinate e roccette fino alla sosta sul plateau sommitale del Corno dove il mio compagno di cordata mi raggiunge poco dopo visibilmente commosso di esser arrivato quassù.
Il panorama é ecccezionale, le nuvole sembrano averci dato una momentanea tregua e allora ne approfittiamo per risalire fino alla croce di vetta che l'anno scorso non avevo potuto raggiungere causa brutto tempo imminente.
Dopo le foto di vetta ridiscendiamo il plateau alla ricerca delle doppie di Barone Rampante.
Abbiamo qualche difficolta nel scendere perché sulla via stanno salendo alcune cordate compresi i liguri conosciuti ieri sera che trovando bagnato nelle altre zone sono stati obbligati a ripiegare qui.
Dopo alcune peripezie per evitare gli arrampicatori e per rimediare ad una calata troppo lunga per le nostre corde, riusciamo comunque ad arrivare sulla cengia mediana che ripercorriamo per intero, poi con un'ultima doppia da 40 metri raggiungiamo gli zaini.
Siamo abbastanza euforici (é sempre bello salire sul Corno!) e in breve ridiscendiamo al Bozano dove ci facciamo tentare da un bel piatto di pasta al ragù che Marco ci prepara per pranzo.
Dopo il pasto scendiamo veloci verso le macchine per evitare la pioggia del pomeriggio.