Dopo un paio di settimane di pausa rieccomi con Andre nel cuore delle Alpi Marittime per toccare qualche tremila ora che la stagione é buona e la neve é ormai quasi tutta sciolta anche quassù.
Oggi siamo partiti un po' più tardi del solito (causa settimana impegnativa per entrambi al lavoro) e non sappiamo quante ore di bel tempo ci lascerà il meteo che nel pomeriggio dovrebbe peggiorare in quota.
Andre sale in macchina fin al Pian della Casa del Re da dove partiamo zaini a spalle lungo il sentiero che porta al rifugio Remondino.
Dopo una ventina di minuti lo abbandoniamo in favore di una deviazione sulla destra per il colle di Mercantour. Il sentiero si fa ora più selvaggio e risale in fretta sulla sinistra orografica del vallone di Assedras.
In breve superiamo il costolone erboso e ci immettiamo nel vallone di Balma Ghilié. Traversando in quota sotto i contrafforti della Catena del CAI raggiungiamo con alcuni saliscendi il ruscello posto al centro del vallone passando col sentiero sotto ad una grossa chiazza di neve che ricopre ancora parzialmente l'acqua del rio.
Continuiamo a salire per chiazze di neve e tratti di sentiero fino a raggiungere il Colle Est di Mercantour dove ci concediamo una meritata pausa.
Alla nostra sinistra si vede già chiaramente il percorso di salita alla Ghilié: un grosso nevaio inclinato che corre sul confine Italo-Francese per poi lasciar spazio ad una rampa di sfasciumi che piegando a sinistra raggiunge gradualmente la cima della montagna.
Si tratta degli ultimi 250 metri di dislivello da percorrere e vincendo la fatica decidiamo di procedere.
Una mezz'oretta più tardi siamo in cima alla Ghilié, una di quelle vette che definisco 'tremila mancati' poiché raggiunge i 2999 metri di altitudine mancando per un solo metro la quota simbolica dei 3000 metri.
Il meteo tiene ancora, ma qualche nuvoletta già comincia a formarsi davanti a noi. Consci che la finestra di bel tempo possa non durare più molto, ripartiamo scendendo la cresta che unisce la cima Ghilié alla Cima di Brocan.
La progressione é ora divertente e si usano un po' le mani per passare da uno spuntone all'altro della cresta. Scendiamo in breve ad un plateau di roccia dal quale é richiesto di scendere in doppia un decina di metri a causa di un salto verticale della cresta di una decina di metri.
Con un po' di apprensione scopro che Andre non ha portato l'imbrago, motivo per cui decidiamo di abbandonare la cresta e procedere per la più cauta via normale al Brocan che passa sui nevai sottostanti.
Con la dovuta attenzione scendiamo un canalino di rocce e terra e ci ricongiungiamo alla traccia di salita. Risaliamo una faticosa fascia di detriti instabili che ci riporta in cresta fino ad uno spuntone.
Tra noi e la guglia terminale del Brocan si frappone ora la cosiddetta Sella di Brocan, colletto al quale salgono i canaloni ovest e est del Brocan ampiamente usati dagli amanti dello sci ripido durante la stagione invernale-primaverile.
Con cautea scendiamo alla sella, la attraversiamo tra rocce e neve e risaliamo le rocce della paretina successiva.
Il terreno ora si abbatte e in breve guadagnamo la croce di vetta. Nuvole nere cominciano ad addensarsi sopra le nostre teste, dobbiamo muoverci. Ripartiamo subito a camminare cominciando la discesa lungo la cresta Nord in direzione del Colle di Brocan.
Superato un ostico intaglio (calando di qualche metro sul versante del Remondino) scendiamo per sfasciumi sul lato del rifugio Genova facendo non pochi scivoloni. Ricongiuntici con la traccia che sale al Colle di Brocan, cominciamo a scendere l'eterno sentiero che porta al rifugio Genova abbandonando l'idea di salire anche il Bastione a causa del recente peggioramento del meteo.
Lungo la discesa incontriamo Nico Abrate che é stato nostro istruttore 3 anni fa al corso di alpinismo del CAI. Insieme percorriamo l'ultimo tratto di sentiero fino al Genova dove ci salutiamo.
Al rifugio cedo alla fame e mi concedo un piatto abbondante di polenta concia per festeggiare col socio la gita appena conclusa. Andre incorruttibile si concede solo un veloce caffé e una fettina di torta.
Scendendo al Lago delle Rovine prendiamo un po' di pioggia, ma siamo attrezzati e in mezz'oretta siamo al parcheggio.
Da qui i miei genitori (con cui ero d'accordo) ci danno uno strappo fin sopra terme di Valdieri da dove Andre con un'ultima corsetta raggiunge la macchina e carica me e zaini scendendo.
Gita di 'circostanza' su vette relativamente semplici in attesa di giorni più soleggiati. Ancora un grazie ad Andre ottimo compagno d'alta quota!