HOMEPAGE WEBCAMS TOUR 360° GITE

Siamo ormai oltre la metà di Ottobre e un po' per il freddo un po' per la stancheza accumulata durante la settimana di lavoro la pigrizia si fa strada nella mia testa. Uno degli obiettivi che ancora mi frulla nella testa é quello di percorrere la Traversata degli Italiani che si snoda dalle pendici della Maledia fino sulla cima del Gelas. L'obiettivo é però di quelli abbastanza ambiziosi poiché in questa stagione ormai i rifugi sono tutti chiusi e percorrere tale traversata in giornata significa effettuare più di 2000 metri di dislivello con più di un chilometro da percorrere in cresta. Cerco e ricerco in tutti i modi un'alternativa per ridurre in qualche modo il dislivello richiesto da questa gita e alla fine lo trovo!
Si tratta di partire dal Refuge de Madone de Fenetre sul lato francese che si trova ad un'altitudine di 1900 metri, un bel vantaggio rispetto a partire da San Giacomo di Entracque posto a 1200 metri. L'unico inconveniente é che raggiungere tale rifugio richiede 3 ore e mezza di macchina passando per il colle della Lombarda e per un altro passo in territorio francese. Nessun problema, facciamolo! Ora devo solo convincere qualcuno a seguirmi in questa follia (sorbirsi 7 ore di macchina tra andata e ritorno di cui buona parte su strade di montagna) e trovo l'approvazione di Michele che stuzzico con la prospettiva di salire anche la cima del Gelas, montagna che ha in mente di fare già da un po', sfruttando la cresta Est.

 

Detto fatto alle 4 e mezza di sabato mattina ci troviamo alla croce rossa di Borgo e partiamo alla volta della Francia. La strada é lunga e soprattutto dal lato francese le strade sono piccole e sperdute, ma alla fine alle 7 di mattina giungiamo al Rifugio di Madone de Fenetre dove ci parcheggiamo ed attendiamo le prime luci perché al momento é ancora tutto buio.
Alle 7 e un quarto circa si comincia a vedere un po' meglio e partiamo alla volta del massiccio del Gelas già ben visibile dal fondovalle. Il sentiero che seguiamo inizialmente é quello che porta al Colle di Finestra, colle che ci riporterebbe sul versante italiano nel vallone del Dado Soria.

 

Dopo una mezz'oretta di cammino prendiamo una piccola traccia sulla destra indicata da un piccolo ometto di pietra che ci fa salire velocemente un ripido versante erboso per poi calare di ripidità facendoci superare alcuni risalti di sfasciumi. Il panorama guardando il fondo del vallone é notevole e qua e là si scorgono piccoli laghetti incastonati sui versanti di questa meravigliosa valletta d'oltralpe.

 

Con il primo sole ci concediamo una pausetta per mangiare un boccone. La giornata sembra davvero stupenda e noi siamo pronti ad approfittarne fino in fondo realizzando il percorso di cresta che abbiamo in mente.

 

Proseguendo il cammino entriamo nel grosso anfiteatro di sfasciumi posto sotto al Gelas dove costeggiamo un grosso lago a forma di cuore.

 

Il primo obiettivo della giornata é il cosiddetto Balcone del Gelas, cima posta ad Est del Gelas e facilmente raggiungibile dal lato francese con una 'comoda' salita su pietraia. Nonostante la facilità del percorso la cima sembra non arrivare più: raggiungiamo una linea di cresta che ci sembra essere il punto culminante della salita, invece piegando a sinistra ci immettiamo in una nuova conca di sfasciumi che risale finalmente verso la vetta del Balcone del Gelas. Entrati nella conca ci concediamo una nuova pausa nonostante il forte vento che soffia dal fondovalle. Mentre sgranocchiamo qualcosa ecco avvicinarsi un simpatico stambecco in cerca di compagnia. Gli offriamo un genepì e un pezzo di panino e lui in cambio ci concede di farsi un selfie con noi.

 

Attacchiamo ora la parte alta della conca ed in breve eccoci giungere sul Balcone del Gelas(3085m). Qui il panorama si apre definitivamente: davanti a noi lo sguardo cade in Italia e precisamente sul ghiacciaio del Gelas ormai ridotto a qualche sporadica chiazza di neve, a sinistra abbiamo la cresta Est che conduce al Gelas mentre a destra abbiamo la stessa cresta che prosegue fino sulla cima Chafrion e da qui volendo continua verso la cima Borello e poi ancora fino alla Maledia. Tale cresta se percorsa dalla Maledia fino al Gelas costituisce la Traversata degli Italiani che noi oggi eseguiremo parzialmente andando sulla Chafrion e poi tornando sul Balcone del Gelas.

 

Detto fatto ci mettiamo rapidamente in conserva e cominciamo a percorrere il tratto di cresta che ci condurrà sulla Cima Chafrion. Lascio andare Miky da primo che si diverte sempre un mondo a scalare queste creste come ho già potuto vedere sabato scorso sulla Sigismondi all'Argentera Sud.

 

La vetta é più vicina di quel che pensassimo e in mezz'oretta (andando con molta calma e testando tutti gli appigli) siamo in cima alla Chafrion (3070m). Facciamo un selfie al volo visto il poco spazio che offre l'aerea cresta.

 

Velocemente torniamo al Balcone del Gelas dove nel frattempo ci hanno raggiunto anche una decina di escursionisti francesi, qui facciamo ancora uno spuntino chiedendo indicazioni sulla fattibilità della cresta Est del Gelas. A sentir loro in un'oretta e mezza massimo si dovrebbe raggiungere la croce di vetta che da qui sembra parecchio lontana.

 

In realtà una volta partiti procediamo abbastanza velocemente nonostante la progressione in conserva. Stavolta vado davanti io. La cresta risulta decisamente fattibile anche se per una ventina di metri ci porta a passare leggermente sul versante Nord del Gelas completamente in ombra e con un po' di neve caduta di recente.

 

Ancora qualche saltino roccioso dove mettere un po' le mani ed eccoci in cima al Gelas (3143m) con la caratteristica Madonnina in legno posta vicino alla croce di vetta.

 

Il vento quassù soffia prepotentemente e comincia anche a portare qualche nuvola di vapore che comincia ad avvolgere la cima, decidiamo quindi di scendere praticamente subito nonostante siano appena le 13 (la salita dal Balcone del Gelas fin sul Gelas ha richiesto una mezz'oretta al posto dell'ora e mezza che già eravamo rassegnati ad impiegare dandoci una discreta tranquillità sull'orario del rientro).

 

Scendiamo con cautela al colletto posto fra cima Sud e Nord del Gelas e da qui ci immettiamo nel canalino Est che in breve ci conduce sulla conca di detriti ai piedi del Gelas che già abbiamo percorso stamattina salendo al Balcone.

 

Ora comincia la parte noiosa della gita ovvero il lungo rientro verso la macchina ripercorrendo in discesa le lunghe pietraie e i pratoni risaliti all'andata.

 

Il tempo per fortuna continua a reggere nonostante qualche nuvoletta qua e là e il sole a sprazzi continua a scaldarci coi suoi raggi autunnali. Miky ovviamente ha gli occhi delicati e li ripara coi suoi nuovi occhiali da ghiacciaio (perfettamente inutili sulle montagne nostrane :D ).

 

Alle 15:30 eccoci arrivare alla macchina, consci che solo parte del rientro é stato effettuato e che ora ci aspetta ancora un lungo esodo per tornare a casa. Per spezzare un po' il viaggio di ritorno ci fermiamo ad Isola a mangiare una tristissima macedonia in scatola e un succo di arancia comprati presso l'unico market presente in città.

 

Il rientro continua acompagnato dalle musiche Raggae e Techno di Michele (ha dei gusti musicali molto vari). La gita si é dimostrata di per sé semplice (nulla a che vedere con la cresta Sigismondi di settimana scorsa) e piacevole concedendoci di esercitarci ancora una volta a salire in cordata insieme. Ancora un grazie a Michele per la pazienza che ha avuto nel sopportare il lungo viaggio e il sottoscritto nella fasi di progressione in cordata (gli insulti amichevoli accompagnano sempre abbondantemente e nostre spedizioni alpinistiche). Ottimo infine il fatto di aver toccato tre vette oltre i 3000 metri in giornata.