Sabato 7 Ottobre 2017 é stato un altro di quei giorni in cui il tempo a disposizione era poco a causa di impegni pomeridiani e dovevo ripiegare su un gita veloce e con poco dislivello.
Da tempo sapevo che il mio amico Roberto puntava a salire l'Oronaye quindi ecco l'occasione giusta per andarci insieme!
Alle 8 e mezza parcheggiamo al Colle della Maddalena e infilati gli scarponi partiamo nonostante gli 0° segnati dal termometro della macchina.
Dal Colle un sentierino appena accennato ci immette gradualmente nel vallone dell'Oronaye sulla sua sinistra orografica.
Il sole purtroppo é ancora basso e non riesce a raggiungerci quindi saliamo rapidamente il sentierino sperando di rivederlo più in alto.
Dopo una mezzoretta di cammino il sentiero fa attraversare il Torrente Oronaye e si ricongiunge al sentiero sull'altro versante del vallone che partiva più in basso in territorio francese.
Proseguendo il cammino il vallone si apre in tutta la sua bellezza trasformandosi in una serie di terrazzi erbosi che risalgono gradualmente alla nostra destra verso il Colle di Roburent.
in lontananza già si comincia a scorgere l'imponente parete Ovest dell'Oronaye, la nostra meta finale.
Un incrocio congiunge il nostro sentiero con quello che arriva del COlle della Gippiera dell'Oronaye, percorso che permette di raggiungere Larche o la Tete de Viraysse situati nel vallone adiacente al nostro (Vallon Ravine de Rouchouse).
Noi procediamo invece in direzione opposta verso il confine italiano (Colle di Roburent).
Salendo troviamo i resti di una povera marmotta sbranata probabilmente da qualche aquila o da qualche gipeto.
Dopo una ventina di minuti raggiungiamo il Lago dell'Oronaye, specchio d'acqua incantevole dove ci prendiamo una mezz'oretta per effettuare riprese col drone.
Riprendiamo ora a camminare seguendo un bivio sulla sinistra che ci porta in direzione del colle Feuillas che fa scavalcare in Val Maira.
Da quel lato si raggiunge un'altra bella via di salita all'Oronaye: la ferrata degli alpini, che porta su un'anticima del massiccio detta Cima Dronero.
Questa ferrata l'abbiamo proprio fatta io e Roby un paio di anni fa, nell'estate del 2015.
Poco prima di raggiungere il Colle di Feuillas arriviamo al cospetto della Parete Sud dell'Oronaye, un conoide di sfasciumi di 400 metri di dislivello che va risalito con attenzione a causa dell'instabilità delle sue pietre miste a terriccio.
Roby comincia a risalirlo come se stesse ancora camminando lungo il sentiero del fondovalle, io invece comincio ad arrancare vista anche la pendenza della pietraia.
Approfittiamo di alcuni pietroni incastonati a metà canale per fare una piccola pausa.
Il panorama é notevole e la giornata, sebbene fredda, ci offre un meteo spaziale con un cielo senza nuvole.
Continuando a salire il canale ci portiamo ora più sulla destra a ridosso delle rocce laterali per evitare la caduta di pietre. Indossiamo comunque i caschetti per sicurezza.
Man mano che saliamo le pareti dolomitiche dell'Oronaye ci regalano scorci particolari ed eleganti.
Dopo una mezz'ora di salita raggiungiamo la fine del canale Sud e il panorama si apre mostrandoci anche i laghetti di Roburent sul lato italiano.
Sull'altro versante ci affacciamo sulla Valle Maira con una splendida vista su Chiappera e sul gruppo Castello-Provenzale.
Comincia ora la parte delicata della via, ovvero un centinaio di metri di cresta con qualche passaggio un po' più ripido.
L'attacco é ben segnalato da una freccia rossa, Roby e io la seguiamo e cominciamo a risalire la parete a quattro mani guadagnando nuovamente il filo di cresta.
Da qui dopo un saltino di una decina di metri raggiungiamo la parte alta della cresta che oramai pianeggiante ci conduce alla croce di vetta.
È ora di far pranzo e di fare qualche foto di vetta.
Dopo i panini ci godiamo un po' i raggi solari ora più caldi rispetto a stamattina e facciamo effettuare un paio di sorvoli al drone lanciandolo anche verso cime vicine in esplorazione video.
Dopo esserci ampiamente goduti la cima (oggi eravamo i soli in vetta) arriva l'ora di scendere.
Dopotutto, una volta ripercorso il breve tratto di cresta, ci aspetta la parte più divertente: la discesa del canalone detritico.
Normalmente percorrere la pietraia in discesa é la parte più odiata della gita, ma nel caso dell'Oronaye la consistenza degli sfasciumi consente di scendere letteralmente 'surfando'.
Dopo aver controllato di non aver nessun alpinista sotto di noi stringiamo i caschetti e cominciamo la discesa corricchiando e 10 minuti più tardi siamo alla base dell'Oronaye, 400 metri più in basso!
Tornati sul sentiero Roby svuota gli scarponcini dalla varie pietroline collezionate durante questa discesa alternativa e anch'io seguo il suo esempio.
Scendendo costeggiamo nuovamente il Lago dell'Oronaye che visto dall'alto é ancora più bello col suo colore verde e la cerchia di montagne che lo circonda.
La discesa procede spedita ed eccoci di nuovo in vista del Colle della Maddalena.
Un ultimo sguardo verso il vallone dei Laghi di Lauzanier prima di ritornare verso la civiltà.
Ancora una gita con Roberto. Ora abbiamo ufficialmente finito l'esplorazione del massiccio dell'Oronaye e possiamo dedicarci a nuove mete.