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Con Andre ieri sera abbiamo pensato lungamente a come sfruttare al meglio questa bella giornata estiva. Purtroppo sapevamo che nella notte ci sarebbe stata qualche precipitazione anche nevosa sulle marittime il che precludeva arrampicate sui tremila metri come il Corno Stella che comunque Michele oggi proverà a salire lungo la Carlo Rossano.
Noi invece optiamo per una montagna molto caratteristica posta in territorio francese: la Meà (o Pain de Sucre, soprannome dovuto al suo aspetto invernale).
Alle 7:30 puntuali partiamo a camminare da Villard d'Abas.

 

Subito un piccolo abitato davvero particolare a causa delle numerose fioriere e decorazioni colorate poste davanti alle sue casette.

 

Il sentiero continua ad innalzarsi con comodi tornanti e finalmente incontriamo il primo sole della giornata.

 

Dopo una quarantina di minuti di cammino dalla macchina incontriamo un bivio dove pieghiamo a sinistra in direzione del Col de Cloche.

 

Il sentiero ci fa attraversare ora un bucolico altipiano erboso con un paio di case in rovina ed una piccola cappella per poi proseguire verso il colle ormai vicino.

 

Ci fermiamo per qualche foto e poi ci inoltriamo nella valletta situata ai piedi della Meà che ora ci sovrasta con la sua imponente parete Est.

 

Un ultimo tratto su sfaciumi ci porta all'inizio della via dove a dire il vero troviamo solamente delle scritte a caso (tutto tranne 'Jour de Fete'), ma l'attacco dovrebbe essere questo.
Senza indugiare oltre mettiamo imbrago e caschetto e cominciamo a salire.

 

Andre apre le danze con il primo tiro che si rivela non banale a causa della mediocre qualità della rocia.

 

Continuo io sul secondo tiro perdendo ben presto la linea degli spit. Faccio qualche tentativo a destra e a sinistra e alla fine ritrovo la via e la sosta del secondo tiro.

 

Il terzo tiro é a mio avviso il più impegnativo della via (5c) con una placca abbastanza liscia, ma ben spittata.
Da pessimi rocciatori stiamo scalando con due zainetti abbastanza pesanti a causa del drone e della macchina foto che ho insistito per portare in vetta.
Nonostante la zavorra Andre se la cava egregiamente e supera anche questa lunghezza.

 

Nel tiro successivo non trovo la sosta quindi ne attrezzo una provvisoria su un paio di spit ravvicinati.
Andre passa nuovamente davanti arrivando alla quinta sosta.
La sesta lunghezza é molto bella: mi fa superare un muretto iniziale con tettino e poi si sposta gradualmente verso sinistra scavalcando un canalino e giungendo alla sosta.

 

Il settimo tiro porta Andre su una cresta che viene seguita anche nell'ottavo tiro della via.
Qui gli spit sono visibili, ma non trovando una sosta ne attrezzo una su un gendarme (siamo in realtà già oltre l'ottavo tiro, quasi a metà del nono).

 

Andre passa nuovamente davanti e, dopo essersi arrampicato sopra un grosso masso, affronta un bel muretto verticale di 5 metri raggiungendo la sosta del decimo tiro poco oltre.

 

Pensando di aver finito solamente il nono tiro (e di averne quindi ancora uno da fare) parto alla volta del decimo che però si rivela essere una comoda crestina erbosa.
Ci rendiamo conto che la via é ormai finita e decidiamo di slegarci per superare gli ultimi metri di dislivello che ancora ci separano dalla vetta.

 

Alle due di pomeriggio eccoci in cima alla Meà! Grande soddisfazione per la via appena chiusa, la nostra terza via di più tiri fatta assieme.
La vista da quassù é magnifica, siamo esttamente sopra a Barcelonnette e numerosi alianti partiti dal vicino aereoporto continuano a sorvolarci radenti planando silenziosamente.

 

Fatte un po' di riprese col drone e mangiati un paio di panini cominciamo a scendere lungo la via normale sul versante nord-est.
La discesa si rivela tutt'altro che piacevole a causa della forte pendenza e dell'erba scivolosa che ricopre tutte le cenge di questo lato della montagna.

 

Ad un certo punto decidiamo di scendere con delle doppie sfruttando gli anelli in ferro piazzati lungo il percorso. Non ha senso rischiare proprio all'ultimo e già che abbiamo le corde a spalle, tanto vale usarle! :D

 

Alle cinque meno un quarto siamo al colle Est dove finisce la parte alpinistica e ci possiamo slegare definitivamente.

 

Scendiamo rapidamente il canale di sfasciumi e in breve torniamo all'attacco della via per recuperare gli zaini.

 

Ci prendiamo ancora qualche minuto per rilassarci e ammirare la parete appena scalata.

 

Alle 17:30 cominciamo la discesa verso valle scaldati dal caldo sole pomeridiano e da un paesaggio incantevole.

 

Arrivati quasi al fondovalle riattraversiamo le casette di Villar d'Abas coi caratteristici fiori colorati, le statuine e addirittura dei mascheroni intagliati nel legno.